L'ANALISI
11 Agosto 2025 - 10:17
Nel riquadro il segretario provinciale del Pd Michele Bellini e l’europarlamentare Stefano Bonaccini
PANDINO - In un’arena esterna del castello visconteo gremita, il segretario provinciale del Pd Michele Bellini ha accolto, ieri sera, Stefano Bonaccini, presidente nazionale dem, per il suo intervento alla Festa del Partito Democratico a Pandino. Europa, Gaza e Ucraina, ma anche la partita dei dazi degli Stati Uniti e previsioni in vista delle regionali dell’autunno: tanti i temi che occupano la cronaca quotidiana, affrontati dall’europarlamentare. «Una legislatura europea iniziata poco più di un anno fa, anche se sembra passata un’era geologica. Stiamo vivendo la storia», ha esordito Bellini.
Il nodo europeo ha aperto l’intervento del leader dem, insistendo sul rischio nazionalismi, «con il 72% della popolazione mondiale che vive in regimi non democratici». Ampio spazio è stato dato ai conflitti internazionali, ribadendo la necessità di avere un’Europa unita e presente ai negoziati di pace: «Se si ferma la Russia è finita la guerra, se si ferma l’Ucraina è finita l’Ucraina», la sottolineatura di Bonaccini. «Serve sì la pace, ma una pace giusta e duratura. E mettere Vladimir Putin nelle condizioni di non riuscire a conquistare le quattro province per le quali tutta questa guerra è iniziata. Sarebbe un precedente troppo pericoloso».
E poi la questione israelo-palestinese. «Trovo scandaloso che Giorgia Meloni taccia di fronte a questi crimini, unica tra i più importanti leader europei che non intende riconoscere lo stato di Palestina. Che poi è il riconoscimento di una terra per un popolo».
Questione dazi? «L’Unione europea è messa a rischio dai nazionalismi e dai sovranismi. Dobbiamo agire uniti», ha sottolineato citando i dati di Confindustria. «Le nostre regioni del Nord saranno quelle che la pagheranno più carica. Lombardia ed Emilia Romagna in primis: gli Stati Uniti sono il terzo, se non secondo mercato di esportazione per molte regioni. Esemplificativi sono i dati proposti dal presidente di Confindustria Emanuele Orsini, che ha spiegato come dazi al 10% significhino perdite nell’anno successivo per 20 miliardi di euro e 100mila posti di lavoro a rischio.
L’Unione Europea — la conclusione del presidente dem — è un gigante economico che però ha bisogno di sfuggire agli individualismi nazionali».
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