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Minori stranieri in Toscana: il coraggio della libertà

Adolescenti non accompagnati: settimana di condivisione con Arci Porto sicuro: «Spiragli di una quotidianità diversa»

Martina Carioni

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03 Agosto 2025 - 17:49

Minori stranieri in Toscana: il coraggio della libertà

CREMA - Non una vacanza ma «spiragli di una quotidianità diversa, per assaggiare ciò che di bello la vita ha da offrire». Sono le parole di Edoardo Vola, responsabile area accoglienze di Arci Porto sicuro, e di Alessio Maganuco, presidente della medesima cooperativa sociale, a raccontare l’esperienza toscana, terminata sabato, vissuta dai minori non accompagnati residenti nelle strutture della cooperativa Arci Porto sicuro.

Ospiti di una foresteria sociale avuta in autogestione per la settimana, i tredici minori della struttura di Spino d’Adda — una delle quattro della provincia — hanno sperimentato una settimana di condivisione insieme agli educatori. «Sono adolescenti che si troveranno davanti a sfide e difficoltà molto più grandi di un qualsiasi coetaneo nato in Italia. Questa settimana in Toscana, fuori dal contesto di comunità cui sono abituati, per noi educatori è stato un modo per introdurli in una quotidianità diversa e, per loro, l’occasione di distrarsi dal peso quotidiano che si portano dietro».


«Ci siamo fatti guidare dalla loro volontà e dai loro interessi — interviene Maganuco — lasciando ai ragazzi lo spazio per proporci come organizzare la giornata». Tra esperimenti in cucina, assaggi di nuovi piatti, momenti di convivialità, condivisione di storie e racconti personali, gite culturali e in pedalò, la ‘sfida’ è stata più che vinta. «Questa settimana di condivisione — prosegue Maganuco — è un tassello che si aggiunge a un percorso di crescita fatto insieme alla scuola e agli educatori, ma anche dalla partecipazione dei ragazzi ad attività di volontariato presso centri estivi ed enti del terzo settore locale».

Più emotivo Vola, che confessa ammirazione verso chi ha avuto la forza e il coraggio di mostrarsi vulnerabile. «Ci sono stati momenti molto toccanti con alcuni minori, si sono autodemoliti dei muri. Ci hanno permesso di vedere, toccare e comprendere la loro fragilità condividendo storie dolorose. È molto forte pensare che un adolescente si senta al sicuro aprendosi e commuovendosi con noi. Da qui è un nuovo inizio».

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