L'ANALISI
16 Luglio 2025 - 17:27
CREMA - «Il cantiere dev’essere avviato a ogni costo nel 2026». E considerata la prudenza, che per abitudine ammanta le dichiarazioni del sindaco, la scelta di non ricorrere al condizionale la dice lunga sulla determinazione, per strappare dal «limbo», in cui si trova da sette mesi, il viale di Santa Maria. Ossia da quando, come da condizione posta da Rete ferroviaria italiana per la realizzazione del sottopasso veicolare tra le vie Gaeta e Stazione, il passaggio a livello incubo degli automobilisti cremaschi è stato definitivamente chiuso.
Sul tavolo di Fabio Bergamaschi, nelle ultime settimane, è arrivato il progetto definitivo del sottopasso pedonale, con pendenza al di sotto del 5% per agevolare chi sia in una condizione di disabilità, destinato a riconsegnare il viale alberato a chi lo frequenti dal centro senza ricorrere all’auto; ma che permetta anche a chi vive nel quartiere della basilica di raggiungere il cuore della Crema antica passeggiando e pedalando.
E se è vero che realizzare l’opera, da un anno e mezzo di cantiere, non costerà meno di quattro milioni di euro, è altrettanto assodato che l’amministrazione di centrosinistra si sia mossa per tempo, accantonando un milione e 800mila euro per l’opera. Ma anche e soprattutto puntando prima sui fondi del Pnnr, sfumati in seguito per il protrarsi dei lavori per la realizzazione del tunnel veicolare da parte dell’impresa incaricata da Rfi. E quindi virando sul bando nazionale per la rigenerazione urbana, per ottenere i due milioni attesi per concretizzare l’intervento.
E in attesa di conferma sulla disponibilità della somma, il sindaco non ricorre comunque agli eufemismi: «Con o senza, si farà. Non possiamo lasciare che il viale di Santa Maria resti declassato». Certo la vocazione futura, ormai sgravato dalla mole di traffico che prima del nuovo sottopasso lo assediava, è quella di un ‘salotto’ alberato, incastonato in un quartiere dalla forte vocazione residenziale. E di qui la necessità di un collegamento diretto col centro, per la cosiddetta mobilità dolce. Che, ormai, è fuori di dubbio tra le priorità dell’amministrazione comunale.
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