L'ANALISI
15 Dicembre 2024 - 11:27
Stefano Bettella e alcuni prodotti dell'azienda
GABBIONETA - Il 2024 sta per chiudersi nel segno di prestigiosi riconoscimenti e il 2025 sarà l’anno del nuovo molino ad alto tasso tecnologico per la produzione dei mangimi, grazie ad un investimento da mezzo milione che punta a mettere insieme risparmio energetico, maggior qualità e precisione per l’alimentazione dei capi di bestiame.
Sta per tagliare il traguardo dei 140 anni di storia, ma non si stanca di immaginare e costruire il futuro, l’Azienda Agricola Bettella di Gabbioneta-Binanuova, guidata dal patron Giuseppe e indiscusso punto di riferimento per l’allevamento di maiali giganti (il marchio Maiale Tranquillo riassume al meglio la filosofia di un lavoro che si gioca tutto sulla qualità) e per la successiva lavorazione di prodotti che tramite la rete Ho.Re.Ca. raggiungono i più importanti ristoranti di tutta Europa; fino al secondo piano della Torre Eiffel di Parigi e alla carta dello ‘stellato’ Le Jules Verne, che guarda dall’alto la capitale francese.
Dallo scorso ottobre la ‘pioggia’ di riconoscimenti non ha conosciuto sosta: Oscar alla Festa del salame di Cremona; invito alla cena di beneficenza tenuta a Montecarlo, ospiti del principe Alberto di Monaco anche grazie al loro ‘ambasciatore’ Ivan Albertelli dell’Ostaria da Ivan di Fontanelle di Roccabianca; poi, a Busseto, primo posto ex aequo con il salumificio Spigaroli tra i premiati dalla Guida dei grandi salumi d’Italia edita da Meretti (per la seconda volta consecutiva miglior azienda a filiera completa, poi miglior pancetta, miglior prosciutto e spalla cruda con oltre 60 mesi di stagionatura). E infine il Platinum Award al Merano Wine Festival per la Gran Culazza Riserva 2016.
Un anno con vendite in crescita per prodotti di nicchia e di altissima qualità, preparati con cura certosina dalla squadra di Bettella e poi affidati per la stagionatura alle zone più vocate per ogni diversa tipologia: da Bologna al Parmense, dal Piacentino alla Trentino. «Alleviamo circa 1.500 maiali giganti, oltre a coltivare cereali per produrre mangime — precisa Giuseppe Bettella —. Con mio figlio Stefano siamo arrivati alla quarta generazione della storia di una classica azienda familiare, avviata nel 1855 a Rovato da mio nonno Angelo (rientrato dall’Argentina) con un ettaro di terreno e una vacca da latte».
Poi il trasferimento nella Bassa Cremonese e una continua crescita, passando per l’allevamento di vacche da latte (fu uno dei più grandi della provincia, con annesso caseificio) e di galline ovaiole, fino a puntare decisamente sui suini. «Oggi a gestire l’attività siamo io, Stefano, mio cugino Mario e sua moglie Ada. Abbiamo una quindicina di dipendenti e ci avvaliamo della collaborazione di 12 aziende (cinquanta persone in tutto) per il perfezionamento e la stagionatura dei prodotti».
I progetti per il futuro: «Avanti così: con creatività, con una qualità che ci permetta di rimanere protagonisti sul mercato anche se siamo ‘piccoli’. E con l’innovazione che è sempre stata nel nostro dna: negli anni Venti fummo tra i primi ad avere i trattori con le ruote di ferro, poi nei ‘Cinquanta’ i primi in Italia ad avere la mietitrebbia, importata direttamente dagli Stati Uniti perché in Europa non c’era». E presto sarà la volta del nuovo Molino. Perché Bettella è già nel futuro.
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