L'ANALISI
30 Giugno 2017 - 04:00
Signore direttore,
eccola qui la tutela dell'ambiente di Fare nuova la città (in tangenziale).
Lettera firmata
(Cremona)
Comunali di Crema
Anche io tra gli eletti in consiglio con il Pd
Signor direttore,
con la presente, (senza nessuna polemica) volevo segnalarvi che anche nell’edizione odierna del vostro giornale avete commesso un errore nell’elenco dei prossimi consiglieri comunali in quota Pd. Infatti come si evince dai dati ufficiali del comune di Crema, io ho ricevuto 72 preferenze. Questo mi porta ad essere la sesta persona più votata in questa lista. Con la vittoria di Stefania Bonaldi quindi, a meno di situazioni di cui non sono a conoscenza, dovrei risultare tra gli eletti. Siccome alcuni amici mi hanno chiesto spiegazioni sulla mia assenza dall’elenco, l’unica cosa che ho potuto dire è che si è trattato di un errore. Pertanto se non avete informazioni particolari che mi escludono dal numero degli eletti, vi chiedo la cortesia di rettificare la notizia. Grazie.
Pietro Mombelli
(Crema)
La sua lettera è datata lunedì e si riferisce all’ipotesi ufficiosa di nuovo consiglio emersa durante la notte elettorale del primo turno e da noi pubblicata. Nella tabella di pagina 12 dell’edizione di ieri il suo nome era invece compreso tra gli eletti del Pd, sanando una imprecisione (non nostra) dovuta alla concitazione delle ore immediatamente successive alla chiusura delle urne. Congratulazioni per l’elezione.
Pochi i vigili che controllano
Ogni giorno in strada episodi spregevoli
Egregio direttore,
quotidianamente si assiste ad episodi spregevoli; come la circolazione di biciclette sui marciapiedi; contromano ed in senso vietato, codesti signori ignorano i semafori. La polizia municipale è forse sciolta e Sforza che la comanda conosce questa problematica? Oppure pensa che l’installazione di svariate telecamere risolva anche questi problemi per cui non è necessaria la presenza di agenti in strada? Le telecamere vedono i baldi guidatori che guidano con una sola mano poiché con l’altra sorreggono il telefonino e sono con la cintura di sicurezza sganciata. Quando i vigili erano meno di quelli di adesso erano onnipresenti, ora non più.
S. Amici
(Cremona)
Non credo che sia questione di numero di vigili presenti in strada: controllo e repressione devono andare di pari passo con la buona educazione dei cittadini.
PUNTI DI VISTA
L'alfabeto della naja di un alpino con le vertigini
Quarant’anni fa in punto l’Esercito Italiano si rese conto una buona volta di non sapere cosa farsene di un alpino con le vertigini. Addì 28 giugno 1977, torno a piede libero dopo 365 giorni giusti di naja. Nel quadro delle celebrazioni dell'anniversario, metto in ordine alfabetico i souvenir di quell’anno che come una sogliola appena comprata è incartato fra due fogli, la cartolina-precetto e il congedo illimitato provvisorio.
A come alpini. Antefatto, i tre giorni a Pavia. Le visite, e alla fine il questionario. Ultima domanda, hai una preferenza? Al che mi si accende una lampadina, io non voglio andare al sud, niente di personale ma ho la Margherita da marcare stretto, e quale corpo mi promette di non andare troppo lontano? Scrivo: alpini. Poi arrivano le fatidiche cartoline blu. I miei coscritti che sono andati liscio sulla specialità preferita vanno al Car di Casale Monferrato, io che ho scelto gli alpini vado a Salerno.
B come Berardi. La prima caserma, la prima sveglia data dalla tromba invece che dal gatto che salta sulla pancia e tocca prendere atto che il viaggio in treno del giorno prima non è stato un brutto sogno, la prima adunata col capitano che raccomanda lavarsi per bene i gingilli e non fare politica. Il servizio di cucina dove per lavare i vassoi del rancio si usa la ramazza con cui si pulisce il pavimento, dal giorno dopo solo pane e frutta. Il servizio gabinetti elimina le residue illusioni sull'umanità.
C come Car, centro addestramento reclute. A Salerno passare inosservato col cappello da alpino è facile come per una faina non destare scalpore in un pollaio, i ragazzi per strada fanno zzzz… perché le reclute qui le chiamano zanzare. Dai è solo un mesetto, poi si va a nord, sono negli alpini o no?
D come dimenticato. Un paio di volte mi sono dimenticato di tornare in caserma, la seconda se la sono presa a male e mi sono venuti a prendere a casa, ancora una e vai a Peschiera. Niente licenza ordinaria, congedo da alpino semplice e non da caporalmaggiore. Poteva andare peggio.
E come esercitazioni. La prima volta che ci portano a sparare con i Garand i bersagli spuntano dal mare, il mio alla fine lo possono riciclare perché non ha un buco, sta’ a vedere che ho fatto fuori qualche sarago di passaggio. Le esercitazioni più divertenti saranno a Pinerolo, un battaglione si nasconde in montagna l’altro lo deve scovare e alla fine ci si spara addosso a salve, sei morto no ti ho sparato prima io, sembra quando si giocava a pallone con le sacche a fare da pali e le discussioni se un tiro si era infilato all’immaginario incrocio dei pali o era uscito di poco.
F come Forcella. Dopo Salerno si va a nord. Bè, Napoli è tecnicamente a nord di Salerno. San Giorgio a Cremano non si è ancora accorta di essere la città di Troisi ma è già sede della scuola trasmissioni dove per tre mesi ci dà lezione un maresciallo benevolo («Albino, nisciuno nasce imparato», mi incoraggia alle prime complicazioni con l’alfabeto Morse). Libere uscite a Forcella a caccia di dischi di contrabbando.
G come gettoni della Stipel. La fila al telefono pubblico della caserma in attesa del turno per chiamare a casa, una sera sì una no. Quando ho preso la varicella per quasi una settimana i miei non hanno saputo dove ero finito. Inimmaginabile, nell’era dello smàrtfon.
H come Hemingway. Ero in periodo Hemingway, quando prenderò la varicella all’ospedale militare di Torino leggerò ‘Per chi suona la campana’. Ma per adesso la campana è la ragazza di Napoli con cui passo le sere in modo più innocente di quanto vorrei. Sempre a me capita, quella seria della compagnia.
I come imparare. Sotto la naja imparerò a bere a fare pipì in compagnia e a sciare, a fumare proprio no; arricchirò il repertorio di scurrilità, scoprirò tutta una letteratura di giornaletti di natura insospettabile. Comincerò a capire qualcosa delle persone, nel bene e nel male.
J come la mia squadra. La terza tappa della mia carriera militare sarà Pinerolo dove con scarsa fantasia la caserma si chiama di nuovo Berardi, trenta chilometri dal Comunale dove la mia squadra (bruciata l’anno prima dal Toro) vince scudetto e Uefa. Poteva andare peggio.
K come le razioni K. Quella scatola che ti infilavi nello zaino per la marcia nella neve. Roba americana. Dieci sigarette da scambiare con un secondo tubo di latte condensato. Scatoletta di carne di mammuth, stando alla data di inscatolamento. Che se la mangi senza poterla riscaldare ti si pianta nello stomaco e ‘tiri l'ala’, come si diceva quando stavi male durante la marcia. Mi capita una volta, il sottotenente che fa il servizio-scopa in fondo alla fila se la spassa a mettere la punta degli sci sulla coda dei miei facendomi cadere, rimettermi in piedi nella neve fresca è ogni volta più penoso, arrivo in caserma leccandomi le lacrime di rabbia ma non te lo do il pretesto per consegnarmi.
L come lettere. Me ne arriva una da Gianfranco, c'è scritto che Luca Di Gregorio, appena assunto al giornale, è annegato nel Po.
M come muli. Fanno gli indifferenti e se ti metti a portata di zoccolo scalciano a tradimento. Quando uno imbizzarriva nelle adunate del mattino e cominciava a scalciare in giro ti toccava stare sull’attenti sudando freddo. Quello dei conduttori dei muli è un mondo a parte, camerate divise, vite separate. Fra loro vige un nonnismo che il nostro è da convitto femminile, il rito di iniziazione te lo risparmio, io mi sono sempre detto che piuttosto di subirlo non avrei dormito per un anno. Facile dirlo. M anche come marcare visita. Una forma d’arte. Sul serio c’era gente capace di farsi venire la febbre il giorno della marcia. I furbetti del termometro.
N come Nato. Napoli, stiamo spazzando le foglie secche in cortile. Passa una formazione di aerei della Nato, uno di noi imbraccia la ramazza come un fucile e fa tatatata. Un sottotenente con la luna di traverso lo vede, stai punito. Tre giorni di consegna, motivazione letta con i miei occhi «tentava di abbattere aerei alleati».
O come ospedale. Al posto della licenza lunga ho preso la varicella, ultimi dieci giorni di naja in ospedale. Ostaggi di un’anziana minuscola suora che se non facevi almeno finta di pregare ti tirava uno zoccolo. Ottima mira.
P come punizioni. Ne ho prese solo due, una volta il ‘cubo’ del letto mi è venuto più dadaista del solito, una volta rientriamo in caserma dopo aver celebrato la fine del corso telegrafisti, un maresciallo mi dice «pinguino» (altro sinonimo per dire recluta) io gli rispondo «orso bianco» e lui non la prende in modo sportivo.
Q come quarantott’ore. Il modello base della licenza, una pillola di libertà, due giorni tutto compreso, il primo me lo danno a Napoli e lo prendo, lo faccio quasi tutto in treno ma lo prendo. La licenza vera è il tre più due, tre giorni a casa due di viaggio, il Graal è il cinque più due ma è riservato ai raccomandati e a quelli che fanno la spia su quello che si dice in camerata.
R come radio naja. Evita il caffelatte a colazione, ci mettono il bromuro. Ogni tanto gli autonomi stanno per assaltare la caserma. Ogni tanto è in arrivo il congedo anticipato per tutti. Le balle mica le hanno inventate adesso. Solo che adesso si chiamano all'inglese e girano più alla svelta. R anche come raduno nazionale. Quello del ’99, mio zio si infiltra col cappello che gli ho regalato quando mi sono congedato, io giro ma non trovo nessuno dei vecchi compagni del battaglione Susa. O non li riconosco.
S come Sestrière. Qualche volta ci portano lì a sciare, mischiati con la gente in vacanza. La cosa più divertente di quell’anno, a parte che ci ho messo tutto un giorno a capire come si usa lo ski-lift. Una volta arriva un elicottero, è l’Avvocato dicono col naso in su.
T come turni di guardia. Due ore da solo nella notte, unica compagnia le canzoni di Endrigo e di Guccini da fischiettare, le mignon di Vov infilate nella cartucciera.
U come uova sode. Quando si era di cucina, e si apriva la porta della cella frigorifera che sembrava il caveau di una banca, iniziava la gara a chi trangugiava più uova sode gelate. L’incredibile è che non è mai stato male nessuno.
V come vaccinazione. Quella contro il tifo, la famigerata puntura nel petto. Me la sarei cavata in modo più marziale se quello davanti a me non fosse svenuto.
Z come è finita. L’euforia del congedo, gli amici con cui si giura di restare in contatto e in quel momento ci si crede. Fochesato che amava il flauto e Rampal, Roberto che amava gli Stones e il Milan, Valerio che per otto mesi ha dormito nel letto sopra al mio e amava fare sfoggio dei suoi sonori problemi intestinali, quanti calci gli ho tirato dal piano di sotto. La naja ci ha inscatolati insieme per un annetto poi la scatola si è aperta. Adesso, quarant'anni dopo, mi arriva un altro congedo, quello dal lavoro, e poi arriverà quell’altro ancora, quello non provvisorio. Ne parliamo fra quarant’anni.
Giovanni Ratti
Mediagallery
MOBILITATI PER LA PALESTINA
TRA CASALMAGGIORE E COLORNO. IL VIDEO
Prossimi EventiScopri tutti gli eventi
Tipologia
Data di inizio 7 settembre 2025 - 08:00
Storica mostra-mercato delle cose antiche e del collezionismo
Tipologia
Data di inizio 7 settembre 2025 - 16:15
Copyright La Provincia di Cremona © 2012 Tutti i diritti riservati
P.Iva 00111740197 - via delle Industrie, 2 - 26100 Cremona
Testata registrata presso il Tribunale di Cremona n. 469 - 23/02/2012
Server Provider: OVH s.r.l. Capo redattore responsabile: Paolo Gualandris