L'ANALISI
28 Aprile 2015 - 11:23
Dopo parecchio tempo e profonda meditazione (in fondo che me ne frega, non ho figli, nè nipoti), prendendo spunto dal maltempo odierno, mosso però da profonda interiore vergogna, mi sono deciso a scriverle per sottoporre, tramite suo, a chi di dovere (responsabilità competente in senso lato, ovvero gestionale, educativa, pedagogica, nonchè civile ed eventualmente penale ) un problema che ritengo serio proprio perchè coinvolgente la sicurezza dei bambini affidati temporaneamente agli educatori.
Il complesso scolastico paritario tragitto scuolacra Famiglia di Via XI Febbraio (scuola primaria - elementari e medie) utilizza per l’ora di educazione fisica la palestra di via Santa Maria in Betlem, costruita nel piazzale ex deposito autobus urbani e inaugurata anni fa (poco prima delle elezioni regionali) dal ‘celeste’ Formigoni. Or bene, attualmente, ma già dal momento del suo utilizzo, per recarsi dalla usuale sede scolastica alla suddetta palestra e ritorno, i bambini di età media di 7/13 anni, accompagnati da un insegnante, transitano a piedi lungo l’ultimo tratto di via XI Febbraio e il primo tratto di via Santa Maria in Betlem, su di uno stretto marciapiede, costeggiando anche il ‘pericoloso incrocio a semicurva’ di via Fabbrica del Vetro Vecchia-Mosa-Betlem. Èinutile negare (tutti siamo stati bambini) che nonostante i rimproveri del citato attento insegnante, gli scolari non camminano ‘allineati e coperti’, ma si rincorrono, si spingono, si stuzzicano..., anche scendendo spesso dallo stesso marciapiede. Non ultimo, quando rientrano in sede sono spesso ‘sbragati nel vestiario’ e sudati. Ciò capita con qualsiasi tempo, sole, acqua, vento ecc... Lascio immaginare ai lettori quando piove o nel periodo invernale.... Dopo quanto sopra sono a chiedere alle persone citate in premessa (proprietà, cooperativa ‘gestore’, Comune...) se non reputano sia finalmente giunto il momento, nell’interesse superiore dei bambini (e come si dice, prima che succeda una disgrazia) di studiare il sistema per evitare l’inconveniente descritto, assumendosi ognuno le proprie responsabilità, ovvero verificando se esiste la possibilità di aprire un varco nel muro di cinta che divide la scuola con il piazzale citato, ora adibito a parcheggio (finalmente) libero. Ritengo che in tal modo anche altri problemi, magari di traffico nelle vie nominate, come segnalati ultimamente anche dal quotidiano da lei diretto, possano essere risolti.
C. U.
(Cremona)
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