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CREMONA. LA CURA DELLA CITTÀ

Cantiere in Comune, pochi giorni alla fine

Carletti: «I lavori saranno completati nel fine settimana. Poi pensiamo alle volte»

Massimo Schettino

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mschettino@laprovinciacr.it

19 Agosto 2025 - 18:08

CREMONA - Mancano solo gli ultimi ritocchi e poi nel fine settimana si chiuderà il cantiere di restauro degli archi comunali e tutta l’area sarà liberata e tornerà pienamente agibile.

Molti ponteggi sono già stati rimossi e gli ultimi lavori in corso in questi giorni riguardano il restauro delle spalle di un’arcata.

Eseguito dall’impresa Magistri Restauro di Novate Milanese, l’intervento di restauro e consolidamento strutturale delle arcate, per un importo complessivo di oltre 420mila euro, iniziato nel settembre del 2024, si è reso indispensabile e indifferibile per le gravi condizioni in cui versavano le strutture murarie dell’edificio che presentavano estesi fenomeni fessurativi e deformativi dei grandi archi murari che si aprono sulla piazza.

«È stato — spiega Paolo Carletti, assessore ai Lavori pubblici con delega alla valorizzazione di Palazzo comunale — un cantiere complesso anche perché al recupero strutturale si è affiancato quello ‘artistico’ degli affreschi».

Il cantiere avrebbe dovuto concludersi a metà luglio. «Siamo andati un po’ lunghi — spiega Carletti — e io ringrazio la Soprintendenza per l’attenzione, giusta e logica, e per tutte le ispezioni che si sono rese necessarie, anche per il ritrovamento di materiale costruttivo precedente. Si è trattato di un intervento necessario che ha letteralmente salvato il Palazzo comunale per il quale voglio ringraziare l’architetto Giovanni Donadio. Ricordo infatti che la parete verso la piazza era chiusa, fino a quando fu aperta nel 1839 su progetto di Luigi Voghera.

Gli archi non erano pensati per reggere da soli il peso della struttura e con il tempo si sono indeboliti. Dopo il ripristino delle tessiture murarie dissestate — spiega Carletti —, è così iniziata l’ultima fase con l’introduzione di nuove centine metalliche di supporto degli archi. Una soluzione esteticamente accettabile e un intervento il meno invasivo possibile, nell’ottica di salvaguardia della casa dei cremonesi».

La soluzione è stata approvata dopo un approfondito confronto con la Soprintendenza, favorevole alla massima conservazione del materiale costruito.

«È stato bello — aggiunge Carletti — ritrovare gli affreschi del Cinquecento, fra cui anche un Leone di San Marco, una testimonianza a Cremona dei dieci anni di dominio veneziano dal 1499 al 1509. Il decennio è stato individuato anche grazie ai simboli del giglio di Luigi XII. Il prossimo passo? Stiamo valutando — annuncia Carletti — la possibilità di restaurare anche gli affreschi sulle volte dei portici. Si stanno infatti verificando dei distacchi e oltre a metterli in sicurezza, vogliamo anche capire se è possibile restaurarli».

Un occhio andrà buttato anche al problema dei piccioni che infestano e sporcano il luogo, rischiando di rovinare il risultato ottenuto: «Terminato il cantiere — spiega Carletti — verrà riattivato il sistema elettrico di allontanamento che era stato spento. Gli Ercoli sotto la Loggia dei Militi sono puliti e, finito il cantiere, si passerà alla pulizia di tutti i busti».

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