L'ANALISI
14 Maggio 2025 - 15:27
Sabato 17 maggio alle ore 17:00 alla libreria Del Convegno di Cremona verrà presentato il libro di Anna Martinenghi "Ci daranno la colpa di cose meravigliose".
Credo nella poesia della speranza, nelle parole che diventano gesto e si fanno corpo e viceversa. Credo nelle preghiere di carne, nella via dei sensi che ci fa appartenere alla vita e ci restituisce alla letteratura, attraverso la condivisione del racconto di emozioni e stati d’anima. In questo tempo di Intelligenza Artificiale credo nel valore del fallimento, nelle incertezze e negli errori che ci obbligano a cambiare strada, a cercare risorse nuove, a riscrivere le nostre storie. Credo nella fragilità umana e nella forza della nostra unicità.
Voglio meritarmi la colpa di cose meravigliose.
Il concetto di colpa è intrinsecamente legato alla sfera dell’errore, delle responsabilità negative, di sofferenza, ingiustizia e di tutte le mancanze personali rispetto alla perfezione. Nei nostri anni complessi, la colpa sembra appartenere più alla psicologia del singolo piuttosto che alla società intera, che specie nell’ambito economico sembra aver rimosso rispetto e vergogna, in favore della performance e dell’affermazione a ogni costo.
In questa raccolta ho tentato di mandare in cortocircuito la parola colpa, sottraendola alla dimensione morale e attribuendola alla creatività e all’invenzione, rivendicando bellezza e speranza, in un tempo segnato da guerre, conflitti, incertezze economiche, intelligenza artificiale, fake news e realtà aumentata.
Non possiamo sottrarci alla complessità e alle tragedie della storia, ma possiamo continuare a scegliere l’arte e il bello, in ogni loro forma, come forze generatrici capaci di riscoprire la meraviglia nell’epoca del disincanto, la capacità di resistere di fronte a violenza e atrocità, l’intera esperienza della vita nella sua umana imperfezione.
Prendersi la colpa di cose meravigliose diviene così una scelta divergente. Di fronte a scenari di violenza e disillusione siamo chiamati a coltivare desideri di giustizia, a denunciare ciò che non ci piace, a rimettere al centro le persone, prima dell’interesse. Persone che sbagliano e imparano dai propri errori; persone che cadono e sanno rialzarsi.
Prendersi la colpa è segno di coraggio, seme di futuro che non rinnega il proprio passato. In quest'ottica, non siamo più condannati al brutto, al peggio, ma accendiamo una luce la straordinarietà di ciò che ci accade. Un invito a non temere di essere responsabili di ciò che potrebbe ancora cambiare il mondo in meglio.
Cinzia Carotti dialoga con l'autrice
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Data di inizio 6 settembre 2025 - 16:30
29ª edizione della rassegna “L’Età della Saggezza” della Fondazione Benefattori Cremaschi
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