L'ANALISI
29 Dicembre 2025 - 14:05
CREMONA - Il centravanti è come il coraggio di don Abbondio: o ce l’hai o non ce l’hai. Il Napoli ce l’ha, e con la Cremo lo ha usato fin troppo bene. Così la squadra di Conte passa allo Zini con il più classico dei risultati, due a zero, e con la più classica delle armi, la doppietta del centravanti.
Certo, il bomber già è un lusso averlo, se poi non devi fare nemmeno lo sforzo di servirlo, perché a fargli gli assist ci pensa la sorte, bella fatica. Rasmus Hojlund ha segnato alla Cremo la doppietta più facile della sua carriera, spingendo in rete due palloni scodellati a due passi dalla linea fatale da carambole fortunate. Sulle quali peraltro la difesa grigiorossa ha difettato di attenzione nelle marcature e di prontezza nei riflessi.
Di gol avrebbe potuto farne anche di più, Rasmus, essendo scappato più volte al buon Baschiroccia, che ha vissuto pomeriggi migliori. Ma un paio di volte ci ha messo una pezza Audero, un altro paio la mira è stata sbagliata di poco.
Ma il fulcro di questa partita è stato, come non succede spesso nel calcio di oggi, il duello a muso duro fra stopper e centravanti. Baschiroccia ha arginato l’avversario diretto nei corpo a corpo ma ha pagato dazio sul piano della corsa, fattore che il Napoli ha sfruttato creando situazioni in campo aperto, e dell’agilità. Se poi la sorte si mette dalla parte del più forte, non c’è proprio rimedio.
Il risultato sta tutto qui, la partita no. La Cremo si è battuta, senza riuscire a colmare il gap nei confronti degli azzurri. Perché di differenze fra le due squadre ce ne sono anche altre, bella scoperta dirai tu. Con l’aggravante che l’assenza di Vandeputte ha privato il centrocampo grigiorosso di quella visione di gioco che forse avrebbe sottratto qualche pallone ai mastini di Conte.
Tre punti già imbustati, affrancati e spediti all’indirizzo di Napoli all’intervallo; il resto è stato un match vivo, ma con il risultato tolto dal tavolo delle trattative. Audero ha continuato a sentirsi nel mirino, mentre a Milinkovic Savic è bastata qualche uscita.
Poi, c’è l’altra faccia della questione. La Cremo non fa gol da tre partite, nelle quali il bilancio dell’attacco è da pacifisti incalliti: la rovesciata di Bonazzoli parata da Paleari, e i tiri fuori bersaglio di Moumbagna col Toro, di Vardy con la Lazio e di Bianchetti col Napoli. Roba da mettete dei fiori nei vostri cannoni.
Dato che il bomber non c’è, l’alternativa dovrebbe essere la vecchia cara cooperativa del gol, sul cui prodotto lordo la Cremo ha campato per intere stagioni, e anche in questa, fino a un mesetto fa. Ma ultimamente la vena si è inaridita, sbagliare qualche occasione è fisiologico, certo se ne costruisci una a partita non puoi pretendere granché.
E a gennaio si gioca un ciclo di partite che scottano, a partire da Firenze. Urge ritrovare la verve migliore, sollevare onde da cavalcare verso la porta avversaria. Si tratta di giocatori, ma anche di atteggiamento tattico. Magari c’è anche un po’ di stanchezza, ma il calendario non fa sconti. Coraggio ragazzi, le occasioni da gol tocca sgobbarsele. Mica tutti sono come Hojlund, che le palle da gol gli corrono incontro come galline che hanno visto la contadina col becchime.
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