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La Cremo e la tentazione dei vizi: quando la raccolta punti rischia di incepparsi

Tra conti che tornano, arbitri in modalità “tre scimmiette” e qualche scivolone di troppo, la squadra di Nicola è chiamata a ritrovare qualità e personalità. All’orizzonte c’è una trasferta complicata, con assenze pesanti e numeri che non fanno sconti: serviranno aggressività, attenzione e quella fame che tiene lontano il peggio

Giovanni Ratti

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redazione@laprovincia.it

19 Dicembre 2025 - 13:19

CREMONA - Da quando è incominciato il campionato, la Cremo di Davide Nicola sta coltivando una buona abitudine, quella di fare la raccolta punti. Con pazienza e metodo, un po’ come fa una brava massaia con i punti del supermercato. Alla fine la donna di casa avrà l’ambito frullatore, la squadra grigiorossa si spera qualcosa di più utile ancora di un frullatore, cioè la salvezza.

Fra le buone abitudini però a volte alligna qualche abitudine pericolosa. E adesso la Cremo deve evitare che perdere le partite non diventi un’abitudine. Nelle ultime sei giornate sono venuti sei punti, che in totale fanno venti in quindici turni, insomma i conti sono in ordine. Però di queste ultime sei partite se ne sono perse quattro, e non c’è bisogno di avere l’olfatto di un lupo della steppa per cogliere l’odore della cattiva abitudine in agguato.

Verissimo che a Torino la sconfitta poteva essere sventata agli sgoccioli, sarebbe bastato che gli arbitri facessero il loro mestiere invece di fare le tre scimmiette. L’arbitro non vede, il Var non parla, l’aiuto Var non sente. Invece di fischiare rigore, Marinelli fischia la fine. Ai confini della realtà, e della vergogna.

E torno al nocciolo, cioè alla prestazione grigiorossa, che non ha rispettato lo standard di qualità, e anzitutto di personalità, cui la squadra ci ha abituati. Qualità e personalità che vanno recuperate al volo adesso che si prepara la trasferta con la Lazio.

Nemmeno i biancocelesti hanno fatto cippalippa con gli arbitri. Due cartellini rossi che alla fine hanno dato lo spessore dell’impresa alla vittoria di Parma, ma privano Sarri di Zaccagni e Basic con la Cremo. Anche Nicola ha il suo primo squalificato della stagione, Payero, che a Torino ha preso un sacco di botte ma alla prima che ha restituito si è beccato il cartellino fatale.

A centrocampo la coperta a disposizione di Nicola si accorcia, a undici ci si arriva, per carità, ma nel calcio di adesso si gioca in sedici, e siamo nel cuore della stagione, e avere un pezzo di ricambio in meno può anche incidere. Mica tutti sono come Vardy, che alla faccia dell’anagrafe si scola le partite fino all’ultima goccia come fossero lattine della sua bevanda preferita, alla quale non faccio pubblicità tanto ci pensa già lui.

La Lazio vanta la seconda difesa del campionato, proprio dietro i cugini giallorossi. In casa la squadra di Sarri viaggia a quasi due gol fatti a partita contro meno di uno al passivo. Squadra suscettibile al fattore campo dunque, nonostante il rapporto brusco fra tifosi e presidente. La Lazio ama tenere il pallino, spinge tanto a sinistra, e anche per questo speriamo di rivedere il miglior Barbieri. I biancazzurri si concedono anche qualche licenza, che una Cremo aggressiva e rapace potrebbe castigare. Castellanos promette a Baschiroccia di non fargli passare un pomeriggio noioso.

Il calendario non fa sconti alla Cremo, che è in posizione privilegiata ma per tenersela deve riprendere la bella abitudine di fare punti anche imprevisti, e naturalmente evitare che perdere diventi un vizio.

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