L'ANALISI
JUKEBOX GRIGIOROSSO
08 Dicembre 2025 - 13:07
CREMONA - Venti sono i chilometri che ogni giorno si sciroppava un Nicola, di cognome Arigliano, in una vecchia canzone. Un’autentica faticaccia.
Venti sono i punti che in 14 giornate ha messo insieme un altro Nicola, di nome Davide. Un’autentica impresa.
Solo la Cremonese di Gigi Simoni nel '93 ha fatto un pelo meglio: dopo il quattro a zero sul Piacenza, alla quattordicesima giornata quella Cremo aveva 15 punti, ma era l’ultima stagione della vittoria da 2 punti. Con sei vittorie e tre pareggi, con la contabilità di adesso ne avrebbe avuti 21, uno in più della Cremo di Nicola.
Ma la corsa per diventare la Cremo più vincente di sempre è apertissima, e poi con il suo classico realismo Nicola direbbe probabilmente che lo slalom parallelo con il passato a lui fa un baffo, lui la corsa la fa sulle rivali di adesso per la salvezza, non sulla Cremo di Simoni per la storia.
Mentre registro questo servizio la giornata non è ancora completa, ma i grigiorossi sono in ogni caso nella metà alta della classifica, dettaglio non da poco.
Non è un dettaglio aver vinto uno scontro diretto, e aver risposto agli squilli di Verona e Cagliari; e perché no, anche al successo del Sassuolo, l’altra pretendente al titolo di matricola terribile. Ma anche questo argomento scalda poco il nostro Nicola.
Il quale invece si è infiammato un po’ nel primo tempo della partita, vedendo la sua Cremo irretita e incalzata da un Lecce a sua volta rigenerato dalla vittoria sul Toro.
Primo tempo tribolato dall’inizio, con Stulic che sbaglia quella che è rimasta l’unica palla da gol giallorossa, quasi alla fine, quando Payero distrugge l’occasione creata da Bonazzoli.
Fin lì poche tracce della Cremo rampante di Bologna. Tutta un’altra avversaria, tutta un’altra partita, lo si sapeva in teoria, ma vedere il Lecce imporre fisicità e organizzazione ha fatto lo stesso un po’ impressione.
Cremo inquieta come un cavallo che ha visto un serpente a sonagli e poco precisa nella costruzione, il che rende ossessiva, se non pericolosissima, la pressione salentina. Per Audero solo una parata, ma quando finisce il primo tempo si tira un bel respiro.
Il peggio è passato, si pensa, anche sulla scorta dei piccoli segnali di miglioramento del finale di tempo.
E il meglio arriva di corsa come una pizza a domicilio. Van de Putte, fin lì stranamente sfasato, becca un pestone in area, che non scappa all’occhio del VAR. Rigore, Bondo spazzola con cura il dischetto e Bonazzoli non si fa impressionare dalla fama di pararigori di Falcone.
Si potrebbe raddoppiare ma per farlo bisogna aspettare i cambi di metà secondo tempo. Zerbin e Sanabria, quest’ultimo entrato da quattro minuti appena, chiudono il conto.
Seconda vittoria in 7 giorni, classifica che canta come un soprano a cottimo. Lo so che a Nicola certi discorsi non interessano, ma stai a vedere che sul serio la sua squadra si salva, che è già roba grossissima, e già che c’è dà una rinfrescata alla storia grigiorossa.
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