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Cremo, non guardare indietro con rabbia: c'è da salvare il salvabile

Tre trasferte impervie, che se fossero tappe del Tour de France sarebbero salite di quelle definite fuori categoria. Dopo un’altra partitaccia del cavolo, i nostri eroi facciano il partitone del Ceravolo

Giovanni Ratti

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redazione@laprovincia.it

19 Aprile 2024 - 14:30

CREMONA - Cremo, non guardare indietro con rabbia. Non c’è tempo per i rimpianti, per piangere sui punti versati, per farsi il sangue cattivo sulla banalità dello sbagliare. C’è da salvare una stagione che ti si è rivoltata contro come un cane rabbioso, c’è da spostare una squadra che dopo aver saltato l’ostacolo alto è inciampata a ripetizione in quelli bassi. C’è da salvare il salvabile, e per fortuna c’è ancora tempo, a patto di ritrovarsi subito, come le vere squadre sanno fare nei momenti duri.

C’è da guardare avanti, e davanti la Cremo si trova la prima delle tre trasferte che diranno parole decisive sulla classifica finale della stagione regolare. Tre trasferte impervie, che se fossero tappe del Tour de France sarebbero salite di quelle definite fuori categoria, quelle che decidono chi porterà a Parigi la maglia a pois rossi del gran premio della montagna. E la prima cima da scalare si chiama Catanzaro, forse la più importante delle tre. Perché i calabresi se battono la Cremo le prendono la ruota, pronti a saltarla e a portarle via quel quarto posto che ha una sua importanza strategica in chiave playoff. Una parola che a lungo abbiamo tenuto fuori dal lessico grigiorosso, ma adesso si impone come prospettiva più logica.

Certo, si può sempre sperare che il Como si faccia del male da solo come l’Alessandria nel diciassette e il Monza due stagioni fa. Ma anzitutto la Cremo deve reimparare a farsi del bene, a mettere insieme prestazioni che ne mettano in luce i pregi e non i difetti. Fare risultato al Ceravolo vorrebbe dire uscire dall’emergenza, dal labirinto di partite senza uscita in cui la squadra si è infilata. Insieme al suo allenatore, il quale dopo la sosta del campionato ha incominciato a smanettare sulla leva del cambio con la frenesia di un ciclista che non trova il rapporto giusto. A togliere a mastro Giovanni una delle poche certezze provvede la squalifica di Collocolo, il cui rientro dopo infortunio è una delle poche buone notizie disponibili sui bollettini grigiorossi. Per un Michele che manca, un altro è probabile che torni, dato che il Casta scalpita per riprendersi il posto perso da un paio di turni.

Il Catanzaro è una matricola atipica, nel senso che nessuno fin da inizio stagione l’ha considerato tale, dopo una promozione conquistata a suon di record. E infatti che abiti nei piani nobili della classifica non è una sorpresa. Vivarini ha costruito il classico collettivo che si trova a memoria, con in più Iemmello e Biasci che in due, e senza rigori, fin qui hanno segnato ventitré gol. E con Jari Vandeputte che dal cognome sembra un gregario di Eddy Merckx e invece magari è l’unico belga al mondo che non sa andare in bici ma ha già fatto nove gol e undici assist.

Mettici il tutto esaurito dello stadio, ed ecco fatto un signor avversario, in fondo quello che ci vuole per suonare la sveglia alla Cremo. E allora chissà che, dopo un’altra partitaccia del cavolo, i nostri eroi facciano il partitone del Ceravolo.

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