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Intrighi e misteri normanni in Sicilia

‘La torre segreta delle aquile’, inizio della nuova stupefacente saga di Marcello Simoni tra lotte di potere e magia

Paolo Gualandris

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pgualandris@laprovinciacr.it

30 Luglio 2025 - 05:30

CREMONA - «La magia della funzione del romanzo di ambientazione storica non è soltanto insegnare la storia, come alcuni credono, ma coinvolgere il lettore, farlo entrare all’interno di un gioco di prestigio che dà per un po’ l’impressione di trovarsi davvero dentro quel periodo. Ancora più importante dei dettagli, di far vedere come ci si vestiva e come erano fatte le città, è fare capire a chi legge come pensavano le persone e far respirare un’atmosfera particolare, che in parte abbiamo perduto.

E questo è il regalo più grande che a volte si dà attraverso gli strumenti dell’avventura e del mistero, ma anche delle storie d’amore. Tutto questo per allontanare dal tran tran quotidiano, per non far pensare al suono dei cellulari, alle cose che si devono fare e regalare una sorta di vacanza che alla fine lascia più del puro divertimento». È questo il marchio di fabbrica di Marcello Simoni, l’autore italiano di thriller storici più letto al mondo.

IL MATRIMONIO S'HA DA FARE

Un concetto che trova perfetta definizione pratica nel suo ultimo romanzo, ‘La torre segreta delle aquile’, primo dei tre volumi della saga della Dinastia perduta. Con rigore storico, ritmo coinvolgente, linguaggio fluido e colpi di teatro, offre al lettore un nuovo mondo. Ne parla con Paolo Gualandris nella videointervista.

Siamo in Sicilia nei secoli centrali del Medioevo, anno 1127. C’è l’incontro di due famiglie normanne, i Ferracutus in arrivo dal nord e i Drengot che invece si sono già acclimatati da almeno una generazione alla vita sull’isola. Si uniscono per sempre attraverso il matrimonio dei loro primogeniti. Nozze combinate, quasi forzate, una sorta di Promessi sposi alla rovescia dove il matrimonio s’ha da fare a ogni costo perché conviene a tutti. «Queste famiglie - spiega l’autore -, hanno segreti da proteggere. L’unione favorisce l’intreccio dei loro intrighi, che sono naturalmente molto pericolosi».

Il primo incontro avviene sotto il sole cocente del Mediterraneo, sulla spiaggia del castello di Sagitta. Da un lato, il barone Galgano e la figlia Altruda, signori di quelle terre. Dall’altro, tre fratelli appena sbarcati da una nave dalla testa di drago: il giovane Folco, la mezzana Fresenda e un bambino in fasce di nome Abelardo. Sullo sfondo di una realtà dominata da guerre, tradimenti e tensioni dinastiche, i nuovi arrivati dovranno adattarsi in fretta ai giochi di potere dei normanni di Sicilia per trovare un posto in quel regno d’insidiosa bellezza.

UN VICHINGO IMPETUOSO

Ma per il coraggioso Folco di Évreux, sposare Altruda non sarà sufficiente a garantire un futuro ai suoi congiunti. Il barone Galgano è uomo dai molti segreti, il più spaventoso dei quali si trova nascosto nella torre. Trama nell’ombra e porta avanti un piano che Folco intuisce, pur senza comprenderlo fino in fondo. Il primogenito dei Ferracutus è un 16enne educato per diventare grande condottiero, appartiene a un ramo cadetto della casata ducale di Normandia, perciò è normanno di sangue puro, ma anche erede degli antichi vichinghi, quindi di carattere impetuoso.

La sua promessa sposa è Altruda, giovane mezzo sangue in quanto figlia di un barone normanno e di una siculo araba. Porta nell’aspetto i segni di questo incrocio: la carnagione olivastra, i capelli neri, gli occhi scurissimi. Pur essendo nobile, vede nelle donne del popolo che abitano il suo castello l’unica eredità lasciatale dalla madre. Fresenda, sorella più giovane di Folco, ha 13 anni. «È un personaggio che sta riscuotendo molte simpatie tra i lettori - sorride compiaciuto Simoni - perché è di grande saggezza, si muove in punta di piedi nella consapevolezza dell’incertezza del proprio destino: è semplicemente colei che accompagna Folco, perciò non sa che cosa sarà di lei, se diventerà una monaca, se le troveranno marito, se si perderà in qualche intrigo. Perciò la sua trama è la più imprevedibile».

Anche perché lei non si accontenta dell’evidenza, ma scava a fondo nei misteri. I genitori di Folco sono gente di gran carattere che pure custodisce segreti. Soprattutto Emma, la madre, che sembra coltivare una religione pagana ed essere depositaria degli antichi culti druidici che si celebrano ancora di nascosto nel cuore del nord della Francia.

UNO SPLENDIDO INCONTRO

«Estremamente interessante», la definizione è dell’autore, è Ziraf, segretarius domesticus di Galgano, molto abile nell’ordire intrighi e nel manovrare le persone anche al di fuori del castello, attraverso uno strumento molto potente per l’epoca, i piccioni viaggiatori, grazie ai quali manda e riceve informazioni, fa indagini: dal chiuso della sua torre riesce ad allungare le mani praticamente ovunque. Sullo sfondo lo splendore della Sicilia.

«L’epoca normanna è enormemente interessante: la sua sapienza e bellezza derivano dal contatto tra la cultura orientale e quella occidentale. Una unione, anche sofferta, di razze e popoli capace di generare bellezza ma anche di fare tremare tutto il Mediterraneo e il Sacro Romano Impero, condizionare l’elezione dei Papi e gli esiti della seconda crociata. Tutto questo per volere di un uomo, Ruggero II d’Altavilla, primo re normanno di Sicilia. Il romanzo è ambientato negli anni immediatamente precedenti alla sua incoronazione, mesi di intrighi di potere, di contrasti. Momento storico ideale per ambientare appunto una storia come questa».

SI ‘VEDE’ LA GRANDE STORIA

Simoni già in altre occasioni ha costruito saghe di grande successo, come quella di Ignazio da Toledo o la Secretum, ma stavolta c’è di più: «La possibilità di vedere crescere i personaggi. La trilogia coprirà un arco generazionale, vedremo Folco diventare uomo, cambiare caratterialmente, e così chi gli sta vicino. Perciò sì, questo progetto è ambizioso, molto alla Marcello Simoni, perché vi troveremo le atmosfere che mi hanno fatto conoscere già attraverso i romanzi del Mercante di libri maledetti, il mio Medioevo, quello degli uomini incappucciati che girano di notte nei boschi, dei duelli, dei monaci, dell’incontro tra culture. Qui però c’è anche quella marcia in più, che è appunto la grande Storia, che noi riusciamo a vedere come succede nei romanzi di Ken Follet o nella serie Blackwater di Michael McDowell. Pur ambientate in epoche e luoghi diversi, attraverso le vicende familiari fanno vivere e sentire il senso della Storia».

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