L'ANALISI
17 Novembre 2024 - 08:46
CREMONA - Per la terza volta la Premiata Forneria Marconi in trionfo al teatro Ponchielli, per rinnovare ancora una volta quel tacito legame tra generazioni sotto il segno di Fabrizio De André. Lo storico gruppo progressive-rock è tornato in città (dopo le esibizioni del 2019 e dello scorso aprile) per restituire le atmosfere dei celebri concerti di fine anni Settanta durante i quali la formazione riuscì a conferire alle canzoni del cantautore ligure un fascino che non conosce il passare del tempo. Anche dopo 45 anni, il richiamo di quelle melodie è rimasto intatto, continuando ad emozionare vecchi e nuovi ascoltatori.
Al teatro Ponchielli, gremito di appassionati, la PFM ha regalato una serata che è stata molto più di un semplice concerto. Con il carisma di sempre, lo spettacolo è stato condotto dai capibanda Franz Di Cioccio (voce e batteria) e Patrick Djivas (basso), insieme con il nuovo chitarrista Giacomo Castellano e poi Alessandro Scaglione (tastiere), Eugenio Mori (batteria), Lucio Fabbri (violino). Sul palco ci sono anche tre ospiti d’eccezione: Flavio Premoli (tra i fondatori della PFM) con l’inconfondibile magia delle sue tastiere, Michele Ascolese, chitarrista storico di Faber, e Luca Zabbini (tastiera e voce) leader dei Barock Project. La scaletta ha incluso brani iconici come Bocca di Rosa, Andrea, La guerra di Piero, Un giudice, Rimini, Zirichiltaggia, Il Pescatore e Volta la carta, oltre a gioielli rivisitati tratti da La Buona Novella.
La forza di questi spettacoli risiede nella capacità della PFM di arricchire i brani di De André con arrangiamenti audaci e innovativi, rendendoli attuali senza tradirne l’essenza. Ci si chiede dove finisca il tributo e dove inizi la creazione di una nuova vita per queste opere, che oggi appaiono come un patrimonio collettivo. Con il suo contributo, la PFM ha dato ulteriore valore a questi pezzi, rendendoli ancora più radicati nell’immaginario musicale italiano. Questi concerti sono diventati un’occasione per celebrare l’incontro tra la poesia di De André e il talento musicale della band, in una sorta di rito collettivo che attraversa le generazioni. Anche lo stesso Faber riconobbe il valore di questa collaborazione straordinaria: «La nostra tournée - disse - è stata un esempio unico di dialogo tra due mondi musicali diversi.
La PFM non era solo un gruppo di grandi musicisti, ma una formazione con una storia importante, capace di trasformare la musica italiana. E per un periodo hanno messo tutto questo al mio servizio». Quella collaborazione continua a vivere, dimostrando quanto la musica possa essere uno strumento universale per unire passato, presente e futuro. Questo tour è anche l’occasione per presentare al pubblico il nuovo chitarrista della PFM, un musicista che raccoglie il testimone di una serie di chitarristi di altissimo livello.
«Sono stati nove anni e mezzo splendidi questi passati con la PFM in giro per il mondo – aveva spiegato Marco Sfogli, membro uscente del gruppo - ma è arrivato il momento per me di concentrarmi maggiormente sulla mia carriera solista e sperimentare nuovi percorsi. Ringrazio tutti i miei compagni di lavoro, passati e presenti, tutti i fan che mi hanno supportato e un caloroso abbraccio di benvenuto a Giacomo che, sono sicuro, saprà farvi emozionare».
«Ho sempre portato nel cuore la musica della PFM. Sono cresciuto con la loro musica – ha raccontato a sua volta Giacomo Castellano -. Entrare a farne parte rappresenta motivo di orgoglio e felicità. Sarà un onore sostituire il mio grande collega Marco Sfogli. Il suo impeccabile lavoro con questa band rimarrà per me un punto di riferimento e motivo di ispirazione per iniziare questa incredibile nuova avventura musicale».
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