L'ANALISI
31 Gennaio 2024 - 05:25
CREMONA - «E sono sempre io/ quello che si butta nell’oblio/ non ascolto nessuno perché mi sento dio/ Mamadou, Mamadou è stato il mio maestro/ mi ha insegnato molte cose,/ aiutare il diverso/ prima stavo nelle strade/ fra la gente/ ora guarda come il ragazzino cresce/ quei pregiudizi li vedevo come sfogo/ ma ora penso e li rimuovo/ è come nuotare da solo in un mare così mosso/ ho toccato pure il fondo per te».
È il testo di ‘Testa di Mango’, giovane e promettente rapper L¥UK, ispirato all’omonimo romanzo di Elena Moretti, farmacista-scrittrice che con i suoi libri ha dimostrato di saper creare trame capaci di arrivare al cuore della Generazione Z.
‘Testa di Mango’ parla di amore e tolleranza. Con stile diretto, colloquiale e giovanile, il romanzo ha affascinato L¥UK per i valori che trasmette: si può cambiare, si può imparare la tolleranza, la socialità e l’amore. Se lo vogliamo. E se impariamo a confrontarci ed eliminiamo i pregiudizi.
Moretti parla del suo libro nella videointervista per la rubrica ‘Tre minuti un libro’ online da oggi sul sito e su YouTube.
Protagonista è il quindicenne Andrea, adolescente ribelle, una cresta fluo ormai ‘sfumata’ che ricorda a tutti il colore della polpa di mango (non se ne accorge, lui è daltonico) e un carattere difficile, un ragazzo a cui piace «che nel cervello ci sia spazio libero e quindi non studia e quando si affollano basta spararsi un po’ d’erba e della musica a tutto volume per avere un reset completo».
Ce l’ha con tutti, «con gli adulti in generale e i genitori in particolare, con le femmine che non capiscono niente, con gli artisti che sono fuori dal mondo; per non parlare degli immigrati. Pian piano dovrà rivedere tutti i pregiudizi e rendersi conto che probabilmente aveva alla base un unico solo grande pregiudizio verso se stesso, cioè quello di credersi il meglio senza in realtà essersi mai messo alla prova».
Non vuole responsabilità. Frequenta il classico ma non studia e ha boria da vendere. Quando viene bocciato la madre lo manda per punizione qualche mese a casa di una zia artista e pazzoide, di cui un po’ si vergogna. Dopo varie rocambolesche avventure e l’incontro con Mamadou, che viene dal Senegal, Andrea imparerà cose importanti sulla vita. Un percorso avviato con la consapevolezza della domanda che si pone: «Bisogna essere davvero forti per andare avanti qualsiasi cosa succeda; oppure avere l’anima foderata di gomma. E io? Sono forte? Fino a ieri avrei detto di sì, ma ora mi rendo conto di aver vissuto con l’anima imballata nella gommapiuma. Forse è per questo che a volte mi prudeva...».
Nella testa di sua madre l’esilio dovrebbe essere una punizione, ma il ragazzo è tutto fuorché depresso: la zia abita a pochi chilometri dal mare e lui pregusta una lunga estate ricca di svaghi. Illuso: senza la paghetta divertirsi è un miraggio e la deliziosa figlia dei vicini non lo degna di uno sguardo. Frustrato, si crea una compagnia di bulli con i quali si sfoga sugli ambulanti che popolano la spiaggia; ha sempre detestato gli africani, anche se non sa bene perché. Finché una sera pesterà i piedi alla persona sbagliata e si ritroverà così a sgobbare gratis agli ordini di un gigante senegalese. Travolto da una serie di disavventure al limite del rocambolesco, ribalterà completamente il suo sguardo sulla vita. Le malefatte di cui si è macchiato a giugno, però, sono ancora lì, pronte a chiedergli il conto.
Un conto che rischia di essere molto salato. È pronto a pagarlo, ma prima mette al servizio della nuova causa la genialità che prima impiegava per fare del male al prossimo, dando vita a un’iniziativa davvero indimenticabile per tutti i protagonisti. Che non va certo raccontata qui per non fare perdere il gusto della scoperta a chi leggerà il libro.
Un romanzo di formazione. «Effettivamente il giovanotto parte un po’ male - sorride l’autrice. - È il mio primo personaggio completamente di fantasia e la cosa buffa è che mi è stato detto ‘sembra veramente un ragazzo vero’. A testimonianza di quanti pregiudizi abbiamo sui ragazzi. Andrea nasce proprio come concentrato di stereotipi. Sono partita da qui per fargli accendere il cervello, come piace dire a me. Diciamo che poi tirerà fuori tutta un’altra stoffa».
Ci sono fondamentalmente due cose che porteranno ‘Testa di Mango’ a cambiare, ovvero «l’incontro con la diversità e con la natura violenta. Dove la diversità è quella di una ragazzina disabile che però riesce a superare i propri limiti, ma anche la scoperta di una cultura diversa, quella della comunità senegalese. E poi c’è lo shock di trovarsi di fronte a una tempesta che fa straripare il fiume e si ‘mangia’ spiaggia e strada. Anche questo lo ridimensiona, lo ricala nella sua dimensione di piccolo essere nei confronti delle forze naturali della quale lui probabilmente prima non aveva contezza». Infine c’è l’amore, che prenderà una strada davvero imprevedibile.
Copyright La Provincia di Cremona © 2012 Tutti i diritti riservati
P.Iva 00111740197 - via delle Industrie, 2 - 26100 Cremona
Testata registrata presso il Tribunale di Cremona n. 469 - 23/02/2012
Server Provider: OVH s.r.l. Capo redattore responsabile: Paolo Gualandris