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IL MEDICO RISPONDE. IL VIDEO

Contrastare la violenza di genere: il progetto che forma, unisce e sensibilizza

Dal consultorio alle scuole, ‘Step by Step’ rafforza la rete dei servizi e promuove consapevolezza. Un percorso di prevenzione e ascolto per riconoscere i segnali di rischio e costruire comunità più solidali

Cinzia Franciò

Email:

cfrancio@laprovinciacr.it

09 Novembre 2025 - 05:25

CREMONA - Protagoniste della rubrica ‘Il medico risponde’ sono le dottoresse Alessandra Santilli ed Elena Maria Rossi, psicologhe e psicoterapeute del Consultorio di Cremona (la dottoressa Santilli è responsabile del progetto ‘Step by Step’, mentre la dottoressa Rossi è responsabile scientifico).

Dottoressa Santilli, qual è il ruolo di Asst e del Consultorio nell’attività di contrasto alla violenza di genere?
«Il Consultorio è un servizio dedicato alla tutela della salute fisica, psicologica e relazionale della donna, della coppia e della famiglia. Per questo rappresenta un nodo importante nella rete territoriale che si occupa di contrastare la violenza di genere. Ogni anno incontriamo molte donne, dall’adolescenza all’età adulta, e spesso proprio nei colloqui di consulenza emergono segnali di disagio o situazioni di rischio. Il nostro compito è intercettare precocemente la violenza, sostenere le donne nel riconoscere il problema e accompagnarle nel percorso di uscita. È un processo lungo e complesso, soprattutto quando coinvolge figli minori, anch’essi vittime di violenza assistita. Serve una collaborazione stretta tra più servizi: sanitari, sociali, forze dell’ordine e centri antiviolenza. Proprio per questo abbiamo avviato il progetto biennale ‘Step by Step – Nessun futuro alla violenza’, nato grazie a una manifestazione di interesse bandita dalla Regione riguardo a delle sperimentazioni di progettualità territoriali. L’obiettivo è duplice: sensibilizzare la popolazione sul tema della violenza di genere, in particolare i giovani, e rafforzare le competenze degli operatori sociosanitari e della rete territoriale nel riconoscere i segnali di violenza e agire in modo coordinato».


Dottoressa Rossi, quali azioni specifiche prevede il progetto ‘Step by Step’?
«Il progetto si articola in tre linee principali: formazione, comunicazione e sensibilizzazione. Sul piano formativo abbiamo già organizzato incontri rivolti ai dipendenti di Asst, sia ospedalieri sia territoriali, per creare un linguaggio condiviso e migliorare il raccordo tra i servizi. Hanno partecipato esperti, centri antiviolenza come CADMI di Milano, MIA e Aida, oltre ai servizi sociali comunali. È in corso una seconda fase di formazione rivolta ai referenti aziendali e agli operatori della rete antiviolenza, finalizzata a definire procedure operative comuni per una presa in carico integrata delle donne. Sul fronte della comunicazione, stiamo collaborando con l’Ufficio comunicazione di Asst e i partner della rete per organizzare eventi in occasione del 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Stiamo anche valorizzando i lavori realizzati dagli studenti del liceo Anguissola, che hanno creato poster illustrati contro la violenza, e promuovendo la conoscenza del numero nazionale 1522 attraverso graffiti urbani e campagne social. Infine, la terza linea d’intervento riguarda la sensibilizzazione dei giovani: insieme alle scuole del territorio stiamo sviluppando un percorso di formazione sul linguaggio dei social media e sulla prevenzione della vittimizzazione secondaria. Il progetto si concluderà nel 2026 con un convegno pubblico di restituzione dei risultati».

Cosa può fare ciascuno di noi, nel quotidiano, per contribuire al contrasto della violenza?
«Ognuno ha un ruolo essenziale. Dobbiamo capire che la violenza di genere riguarda tutti, non è mai un fatto privato. Come operatori sanitari o sociali, è fondamentale essere formati per riconoscere i segnali di disagio e sapere a chi rivolgersi nella rete antiviolenza. Come cittadini possiamo partecipare alle iniziative di sensibilizzazione, informandoci su dove e come chiedere aiuto, perché una vittima può trovarsi accanto a noi senza che ce ne accorgiamo. Infine, come comunità educante, dobbiamo educare i ragazzi all’ascolto, al rispetto e all’empatia. I giovani hanno risorse straordinarie: se li aiutiamo a riconoscerle e valorizzarle, possono diventare i veri agenti del cambiamento, capaci di costruire una società libera dalla violenza».

La rubrica è realizzata in collaborazione con Asst Cremona e può essere ascoltata sul sito internet del quotidiano La Provincia di Cremona e di Crema e anche sul suo canale YouTube.

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