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IL MEDICO RISPONDE: IL VIDEO

Tumore del colon-retto: «Agire sui fattori di rischio si può»

Il dottor Luca Mattia Quarti, chirurgo della Chirurgia generale dell'Ospedale di Cremona: «È molto importante la prevenzione perché all’inizio la sintomatologia è subdola»

Cinzia Franciò

Email:

cfrancio@laprovinciacr.it

07 Luglio 2024 - 05:15

CREMONA - Protagonista della rubrica ‘Il medico risponde’ è il dottor Luca Mattia Quarti, chirurgo della Chirurgia generale dell’Ospedale di Cremona.

Che cos’è il tumore del colon-retto?
«Si tratta di cellule neoplastiche che si sviluppano all’interno dell’intestino crasso, ossia l’ultima parte del tratto gastrointestinale. La tipologia più diffusa è l’adenocarcinoma che rappresenta il 95% dei tumori e spesso è un’evoluzione di alcuni polipi che all’inizio sono benigni. Poi ci sono tumori più rari come i carcinomi squamosi o neuroendocrini».

Quali sono i sintomi?
«Ha una sintomatologia molto subdola e negli stadi iniziali è asintomatico. Nella fase più avanzata il principale sintomo è il sanguinamento che può essere diverso a seconda della sede del tumore. Sintomi meno frequenti sono l’alterazione del normale alvo, costipazione o diarrea, ma anche la stanchezza, un calo ponderale importante e, nei casi più rari, il dolore. Talvolta capita che venga scoperto quando si verifica un’occlusione intestinale: il tumore è in una fase più avanzata e causa il blocco del transito del materiale fecale all’interno dell’intestino».

Quali sono i fattori di rischio?
«Abbiamo due grandi categorie, quelli non modificali e quelli su cui si può intervenire. I primi sono l’avanzare dell’età, infatti sopra i 50 anni aumenta l’incidenza del tumore, la presenza di malattie infiammatorie intestinali e di sindromi genetiche. Tra i fattori di rischio modificali, invece, ci sono l’alimentazione, l’abuso di alcol, il fumo, l’obesità e in generale uno stile di vita sedentario».

Come si fa la diagnosi?
«È fondamentale identificare il tumore nelle sue fasi iniziali quando tende a essere asintomatico perché oggi di tumore del colon-retto si può guarire. Per questo è importante aderire ai programmi di screening programmati dalla Regione a partire dai 50 anni che prevedono un semplice test per la ricerca del sangue occulto nelle feci. Nel caso di positività si procede con esami di secondo livello».

Parliamo di cure e trattamento.
«Quando il tumore è confinato nell’organo, la chirurgia è solitamente la cura primaria. Cremona è un centro di alto livello, che propone una chirurgia mini-invasiva e opera più di 200 pazienti all’anno che vengono presi in carico e guidati verso il percorso di diagnosi e di trattamento con un approccio multidisciplinare».

Come si accede all’ambulatorio dedicato?
«Con una semplice ricetta. Inoltre abbiamo instaurato un contatto diretto con i medici di base per accelerare i tempi di presa in carico».

La rubrica, realizzata in collaborazione con Asst Cremona, può essere ascoltata sul sito del giornale e sul suo canale YouTube.

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