L'ANALISI
20 Dicembre 2022 - 14:29
SPINO D’ADDA - Una reggia adagiata in una tenuta da 40 mila metri quadrati, interamente costruita evadendo il fisco: «Fatture per operazioni inesistenti per 18 milioni di euro nel solo 2009» ha ricordato oggi Simona Enrica Ronchi, direttrice dell’Agenzia nazionale dei beni confiscati di Milano. Una villa sontuosa, ancora chiusa e off limits per altri 30 giorni, due dépendance adibite rispettivamente a centro benessere e palestra, con una vasca idromassaggio inserita nel pavimento e sovrastata dal mosaico che richiama la venere del Botticelli, solarium e sauna, e ad area feste, un vero e proprio ristorante con maxi cucina e salone per i banchetti, che si affaccia su una piscina da venti metri anche questa con un fondale caratterizzato dai mosaici.
Non è finita: a fianco della spa ci sono le stalle che sino a un mese fa ospitavano ancora i cavalli, e un maneggio coperto. Poco più in là il campo da calcetto e tennis, un laghetto, magazzini e serre. Sul retro della tenuta i capannoni con il macello, quello che era il core business dell’attività, sequestrata nel 2014 per evasione fiscale. La maxi tenuta Fornace è stata aperta oggi alle 9 per la prima volta al pubblico, o meglio alle autorità civili e militari e alle associazioni che la gestiranno d’ora in poi con finalità sociale. Lo sgombero della famiglia degli ormai ex proprietari risale a pochi giorni fa: dal sequestro non se n’erano mai andati.
Il prefetto Corrado Conforto Galli, il questore Michele Davide Sinigaglia, il colonnello Giuliano Gerbo, comandante provinciale dei Carabinieri, e Massimo Dell’Anna, che guida la Guardia di Finanza, si sono resi conto di persona della vastità della proprietà ora a disposizione del Comune. Con loro il sindaco Enzo Galbiati, che ha fatto un po’ gli onori di casa, il vice Eleonora Ferrari, il parroco don Alberto Fugazza – anche la Chiesa spinese sarà coinvolta nella gestione – e coloro che dovranno occuparsi della tenuta in via provvisoria, sino al bando che l’ente di piazza XXV Aprile dovrà emanare per la gestione definitiva. L’associazione Una casa anche per te onlus, guidata da don Massimo Mapelli, e la Cgil, ieri rappresentata da Alessio Maganuco.
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