L'ANALISI
22 Maggio 2022 - 16:35
CAORSO - Sono arrivati da Roma, Milano, Bologna, Torino per dire no all’ipotetico ritorno del nucleare e «per smascherare la truffa della tassonomia verde». All’indomani dell’annuncio milionario fatto dal sindaco Roberta Battaglia – circa 29 milioni di euro arrivati nelle case comunali come ricompensa per la presenza dell’ex centrale nucleare – più di 150 ragazzi coordinati da ‘Cambiamo rotta-Giovani comunisti italiani’ si sono ritrovati nella frazione Zerbio. Per marciare proprio verso il reattore.
Una mobilitazione simbolica, anche perché i manifestanti non hanno potuto avvicinarsi realmente ad ‘Arturo’: resta off limits per ragioni di sicurezza. Hanno così dovuto limitarsi alle strade secondarie, che portano verso quella che fino al 1986 è stata la più grande centrale nucleare italiana. E che oggi, hanno sottolineato i promotori, è simbolo del fallimento di quel tipo di energia. Tutt’altro che pulita. A presidiare sul percorso, decine di poliziotti della questura; di fronte all’impianto atomico erano schierati i carabinieri della compagnia di Fiorenzuola. Non si sono comunque verificati disordini.
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