L'ANALISI
19 Settembre 2014 - 12:56
Cremona - Archivio di Stato
CREMONA — La Cattedrale, San Sigismondo, Santa Maria della Pietà, palazzo Affaitati così come oggi li conosciamo sono frutto di una serie di interventi di restauro conservativi che si sono succeduti nel corso degli ultimi cento anni. Questo percorso di valorizzazione dei tesori d’arte della città e non solo è documentato in un patrimonio fotografico che pochi conoscono e che l’Archivio di Stato, diretto da Angela Bellardi, e l’Associazione Amici dell’Archivio, presieduta da Emilio Giazz i, hanno deciso di valorizzare.
Dal 19 settembre alle 17 fino al 5 ottobre nelle sale espositive dell’Archivio sarà visitabile la mostra Un secolo di restauri a Cremona attraverso le immagini fotografiche della Soprintendenza di Brescia. «L’aspetto espositivo è solo un tassello di un progetto più ampio, condiviso con gli Amici dell’Archivio e la Soprintendenza di Brescia —spie - ga Bellardi —. L’obiettivo della digitalizzazione di questo patrimonio fotografico è non solo la conservazione stessa delle fotografie, ma anche la possibilità di offrire agli studiosi uno spaccato dei passaggi che hanno trasformato e conservato i principali monumenti della città».
«Sono più di mille le fotografie e una sessantina le lastre che documentano interventi di restauro eseguiti nel corso del Novecento su svariati monumenti della città di Cremona e fanno parte del patrimonio di immagini di proprietà della Soprintendenza per i beni architettonici di Brescia,Cremona e Mantova — spiega Elisabetta Bondioni che ha curato la mostra e il progetto —. Un vero giacimento di preziose testimonianze che racconta attraverso le immagini l’operato dell'ente statale di tutela dei monumenti, la cui sede di riferimento per la città diCremona èstata dapprima Milano, quindi Verona, per approdare poi a Brescia, e che ha toccato i principali monumenti cittadini, tra cui il Duomo, le chiese di San Sigismondo, San Pietro al Po, San Carlo, San Lorenzo, Santa MariaMaddalena, i palazzi Affaitati, Fodri e Raimondi, le ex caserme e molti altri». Di fronte a tanto materiale iconografico l’istituto di via Antica Porta Tintorio e l’a s s o c i azione ad esso correlato si sono mossi per provvedere alla possibilità di digitalizzare tale patrimonio sia per fini conservativi, sia per renderlo più facilmente consultabile dagli studiosi.
«L’Associazione Amici dell’Archivio di Stato di Cremona ha promosso la stipula di un accordo, reso possibile grazie alla disponibilità della responsabile dell’archivio fotografico della Soprintendenza, funzionaria restauratrice conservatrice Laura Sala, del Soprintendente di Brescia, architetto Andrea Alberti e cheprevede la riproduzione digitale di tutte le immagini relative ai restauri cremonesi, in modo che tali riproduzioni siano consultabili presso la sala studio dell’Archi - vio, consentendo la valorizzazione di questo fondamentale materiale di conoscenza e studio altrimenti di difficile accesso », conclude Bellardi confermando come la mostra sia solo il momento espositivo di un progetto di conservazione, studioe ricerca su materiali fotografici poco noti e che possono contribuire a raccontare lo sviluppo del restauro conservativo sui principali monumenti cremonesi.
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