Ametà fra Tolkien e il manga, una fiaba in cui è Cappuccetto Rosso ad andare a caccia del lupo cattivo: così Vanni Santoni definisce ‘Terra Ignota’, il suo primo romanzo fantasy, opera in tre volumi il primo dei quali ‘Risveglio’ è ora nelle librerie. Talento del 1978 con tre romanzi alle spalle (‘Personaggi precari’, 2007; ‘Gli interessi in comune’, 2008; ‘Se fossi fuoco, arderei Firenze’, 2011), Santoni si firma con la sigla HG (tributo a ‘Dissipatio HG’ di Guido Morselli) per avviare un percorso alternativo in un genere che dal ‘Trono di spade’ a ‘Twilight’ sta vivendo una stagione di successi: «C’è molto oltre Tolkien - spiega Santoni all’Ansa - e in Italia abbiamo le nostre fonti». Le ispirazioni per Santoni sono state infatti le più disparate: dai giochi di ruolo ai modelli letterari ‘alti’ e ‘bassi’,comeVirgilio, Ariosto, Calvino e gli eroi giapponesi dei ‘Cavalieri dello Zodiaco’ e ‘Naruto’, passando per lo studio delle religioni di James Frazer e l’esoterismo di Aleister Crowley. Protagonista di ‘Terra Ignota’ è la dodicenne Ailis che, partita dal suo villaggio alla ricerca dell’amica Vevisa rapita da un manipolo di cavalieri, viaggia, cresce e scopre il suo ruolo messianico nella sorellanza delle Figlie del Rito. In un genere letterario spesso dominato dal maschilismo - nota Santoni -Ailis richiama fin dal nome un modello femminile come l’Alice di Carrol, «la prima e più grande delle eroine fantasy», ma riprende un filone che dalla Bradamante ariostesca arriva alla Sposa di ‘Kill Bill’: «Se il mondo del fantasy è quello più antico - spiega ancora l’autore - allora è giusto ridare spazio alle divinità femminili che popolavano la terra». La vicenda si svolge in un continente selvaggio (le Terre Occidentali) la cui capitale èmisteriosamente disabitata: un topos del fantastico - spiega Santoni - perché lettore e protagonista siano ugualmente smarriti,maanche un riferimento alla Crisopoli del già citato Morselli e alla Terra Desolata di T.S. Eliot. Nona caso l’autore ha preteso che nel libro non fosse inclusa una mappa: «Un clichè tolkeniano che allontana dalla dimensione della fiaba», la motivazione di Santoni. Il mondo di ‘Terra Ignota’ è ancestrale, lontano dall’ideologia: «Spesso il fantasy è stato manipolato da destra perché parla di un passato magico - precisa l’autore - ma non c’è spazio per le ideologie moderne in un mondo davvero archetipico ». Più che i contenuti politici, sono quelli letterari, iconografici e cinematografici ad affollare ‘Terra Ignota’, dalle ‘Città Invisibili’ di Italo Calvino al ‘Conan’ di John Milius, dalla pittura Preraffaellita ad ‘Excalibur’ d i John Boorman: «Nomi, luoghi e situazioni di ‘Terra Ignota’ richiamano precisi elementi culturali - spiega Santoni - perché il mondo narrato sarà anche ancestrale,manoi lettori no». Edopo la trilogia l’autore pensa già a un prequel, un romanzo ‘urban fantasy’ «sullo stile di Neil Gaiman», dice Santoni, che spieghi come mai nelle Terre Occidentali tutto ci ricorda misteriosamente il mondo di oggi.