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L’INTERVISTA

Angelica, centravanti del futuro: «È il mio grande sogno»

Ferranti, classe 2010 di Malagnino, talento naturale, già in gol con la Nazionale Under 17. Un anno fa l’infortunio, stop di 7 mesi. Poi doppietta alla Juve in finale scudetto

Felice Staboli

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fstaboli@laprovinciacr.it

07 Novembre 2025 - 05:30

Angelica, centravanti del futuro: «È il mio grande sogno»

MALAGNINO - I primi calci all’Esperia quando aveva 6 anni. Poi la Cremonese e da due stagioni il Milan. La passione gliela hanno trasmessa il nonno (aveva la maglia numero 9, come lei) e il papà. La voglia di fare gol ce l’ha dentro da sempre. Ne ha già segnati tanti, alcuni pesanti, altri pesantissimi, come la doppietta contro la Juve in finale scudetto la scorsa primavera. E poi il gol alla Macedonia, con la maglia della nazionale Under 17, pochi giorni fa, match valido per le qualificazioni agli Europei in IslandaClasse 2010, Angelica Ferranti vive a Malagnino, con mamma Barbara, papà Luca e il fratello Tommaso. Studia, secondo anno al liceo sportivo Vida. E ha un grande sogno.

Angelica, qual è l’obiettivo oggi?
«Arrivare più avanti possibile. So che non sarà facile ma ce la metterò tutta».

Com’è andata in Nazionale?
«È stato bellissimo. Avevo già vestito la maglia azzurra con l’Under 15. Quando sono stata convocata con l’Under 17 è stata una emozione fortissima. Abbiamo vinto con la Macedonia e con la Croazia, ho segnato in entrambe le partite. Con la Finlandia è andata meno bene, ma ho provato un’esperienza straordinaria».

Come hai cominciato?
«Avevo 6 anni, sono partita dall’Esperia. In famiglia giocavano tutti a calcio, mi hanno contagiata. Mi è piaciuto subito. All’inizio giocavo con i maschi. Ho sempre fatto gol, mi piace molto».

Poi il periodo alla Cremonese.
«Sono stati anni bellissimi, sarò sempre grata alla società e alla maglia grigiorossa. Tra parentesi, sono anche una tifosa, seguo tutte le partite, vado in curva sud».

Chi ti allena?
«Al Milan Fabio Treccani, in Nazionale Jacopo Leandri».

Com’è la tua giornata tipo?
«Normalmente finisco la scuola alle 13,40. Alle 14 parto per Brescia, in macchina. Alle 15 da Brescia c’è il pullman che mi porta a Milano. Alle 20 circa finisco tutto e comincio il viaggio di ritorno, stessa cosa. Arrivo a casa alle 23. Così per tre volte la settimana, più la partita il sabato o la domenica».

È dura?
«Durissima. Sacrifici? Tantissimi, ma mi piace molto, ci tengo, voglio fare meglio che posso. Per fortuna ci sono anche molte soddisfazioni e io non mollo, ho un sogno».

Quale?
«Voglio diventare calciatore professionista, ci penso e lo vorrei con tutta me stessa».

Al Milan come va?
«Benissimo, mi seguono e mi trattano sempre in modo eccellente. Sono stata ferma sette mesi lo scorso anno per un problema all’anca. Mi hanno seguita giorno per giorno».

E adesso?
«Sto bene. Sono rientrata per la finale contro la Juve, ad Anagni, vicino a Frosinone. Ho fatto due gol. Una soddisfazione enorme, ecco. Il primo gol da opportunista, l’altro con un’azione personale».

Prima c’era stata la maglia grigiorossa.
«Abbiamo vinto un campionato regionale. Sono stati anni molto positivi, mi hanno aiutata a crescere, fondamentali, non ce l’avrei fatta e non lo posso dimenticare».

E poi c’è anche la scuola.
«Mi trovo bene, riesco ad organizzarmi. Quando sono stata via per tre settimane con la Nazionale, ad esempio, ho trovato grande sostegno».

L’attività aiuta a sentirsi più maturi per giocare ad alto livello?
«Sì, ma è ancora presto. Ho ancora tanta strada davanti a me, lo so perfettamente».

Gli addetti ai lavori parlano di Angelica come centravanti del futuro. Che effetto fa?
«I complimenti fanno sempre piacere, ma io so bene che la strada è lunga e anche in salita. Ne sono pienamente consapevole».

I tuoi genitori cosa ti dicono?
«Mi incoraggiano, dicono che devo sentirmi orgogliosa, di non mollare e restare umile. Impegno e sacrificio, me lo ripetono sempre, io li ascolto e li ringrazio».

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