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CALCIO SERIE A

'Cremo: ti spiego come battere il Pisa'

Vitiello l'ultimo ad aver regalato la vittoria grigiorossa in Toscana nel 2007

Fabrizio Barbieri

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fbarbieri@laprovinciacr.it

05 Novembre 2025 - 18:04

'Cremo: ti spiego come battere il Pisa'

Leandro Vitiello contro il Pisa

CREMONA - Diciotto marzo 2007, Arena Garibaldi di Pisa. È il 74’ quando Leandro Vitiello – oggi quarant’anni e una vita tranquilla a Lucca – firma il gol che decide la sfida tra Pisa e Cremonese. Una rete che vale tre punti pesantissimi e una vittoria che, curiosamente, la squadra grigiorossa non è più riuscita a ripetere sul campo dei nerazzurri. Venerdì sera, quasi vent’anni dopo, la Cremonese tornerà in Toscana per cercare di sfatare quel tabù. E chi meglio di Vitiello, protagonista di quell’impresa, può raccontare l’atmosfera e i ricordi di quella giornata?

Quel gol?
«Come potrei dimenticarlo. Quella era una stagione incredibile. Io arrivai a gennaio, la situazione era molto complicata, ma avevamo un gruppo straordinario. Lottammo fino all’ultimo e riuscimmo a centrare una salvezza diretta che ha davvero del miracoloso. Il gol di Pisa fu decisivo, e per me, che segnai una sola volta in tutto l’anno, significò tantissimo. È rimasto uno dei momenti più belli della mia carriera. L’anno dopo la società cambiò guida e da lì iniziò il percorso che ha portato la Cremonese dove è oggi».

Come si vince a Pisa?
«All’Arena Garibaldi non è mai semplice. È un campo caldissimo, la tifoseria spinge e l’ambiente sa mettere pressione. Per vincere serve equilibrio: tanta pazienza, fiducia nei propri mezzi e la capacità di restare lucidi. Mi auguro che domani la Cremonese riesca a cancellare quell’ultima vittoria con una nuova. Sarebbe bello vedere riscritta la storia».

Cosa fa oggi Leandro Vitiello?
«Vivo a Lucca. A quarant’anni ho smesso di giocare: l’anno scorso ho fatto l’ultimo campionato in Promozione, giusto per divertirmi con gli amici. Adesso lavoro, mi godo la famiglia e seguo da vicino mio fratello Roberto che collabora con mister Maresca al Chelsea. Dopo tanti anni di spogliatoi, un po’ di normalità ci voleva».

Segue ancora la Cremonese?
«Sempre. Da quando ho giocato lì la squadra mi è rimasta nel cuore. A Cremona sono stato benissimo e quella salvezza ottenuta in extremis è un ricordo che porto con grande affetto. In questa stagione la Cremonese mi piace: gioca bene, ha identità e sta disputando un campionato di livello. Contro la Juve meritava sicuramente il pareggio. Sono contento anche per Davide Nicola, un allenatore preparato ma soprattutto un grande uomo. Si merita il meglio».

Il calcio di oggi è molto diverso da quello che conosceva lei?
«Completamente. Non puoi più permetterti di difendere e basta. Le squadre devono costruire, pressare, proporre. Io seguo molto il calcio inglese e lì anche l’ultima in classifica gioca a viso aperto. In Italia ci stiamo evolvendo in quella direzione: il pubblico vuole spettacolo, e gli allenatori lo sanno».

Che gara si aspetta a Pisa?
«Sarà una partita intensa e, come sempre, calda. Vivendo a Lucca conosco bene la passione dei tifosi pisani. Il Pisa è una squadra viva, che gioca e non si chiude. Anche la Cremonese però non rinuncia a proporre calcio. Insomma, può vincere chiunque. Io spero che sia la Cremo a fare festa, perché la città e la società meritano di restare stabilmente in Serie A. Sono convinto che ci siano le basi per un futuro importante».

Chi può essere l’uomo chiave della partita?
«Vardy. La sua esperienza e la sua qualità possono fare la differenza nei momenti decisivi. È uno che sa trascinare il gruppo e che non si spaventa nei campi difficili. Però occhio al Pisa: è in forma e gioca con entusiasmo. Sarà una bella battaglia».

Sarà allo stadio?
«Andrò sicuramente in ritiro a salutare qualche amico, poi vedrò se andare allo stadio o seguire la gara da casa. Devo fare i conti con gli impegni familiari (ride). Dopo tanti anni di calcio, ora la priorità è stare con i miei cari. Ma una parte di me, lo ammetto, domani sera sarà all’Arena Garibaldi a tifare per la Cremonese. E magari a ricordare quel gol del 2007 che, chissà, potrebbe finalmente trovare un degno erede».

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