L'ANALISI
17 Ottobre 2024 - 20:31
Coach Luca Bechi
CREMONA - «La partita di Livorno con quella sconfitta così come è maturata, ci fa bene, perché ci riporta tutti con i piedi per terra». La Juvi Ferraroni torna da Livorno con nuove consapevolezze, mentre per coach Luca Bechi, la sua città natale resta un tabù. Da avversario lì non ha mai vinto e anche in questa occasione non ha rotto l’incantesimo. Ma al di là delle statistiche e delle coincidenze, l’analisi del coach è molto seria. «Le tre vittorie consecutive e la sconfitta di misura in casa con un colosso come la Fortitudo, ci hanno illuso che questo potesse essere un campionato dove stare tranquilli. Ma noi in realtà, possiamo competere e vincere solo se siamo al 100% sempre. A Livorno abbiamo ricevuto una lezione severa da una squadra che ci ha insegnato che tipo di campionato sia questo in realtà e che tipo di approccio si debba avere. E questo l’ho riportato ai ragazzi alla fine della partita negli spogliatoi. Loro ci hanno sovrastato in ogni settore perché avevano più dinamismo, energia e fisicità in tutte le parti del campo. E non va bene. Soprattutto perchè Livorno è una diretta avversaria per noi e ha dimostrato di avere le idee molto chiare su come ci si debba approcciare all’A2, se ci si vuole salvare. Quindi dobbiamo capire velocemente che siamo una squadra normale e che abbiamo vinto tre partite di fila è vero, ma che la cosa in sè non significa nulla, se non riusciamo a dare continuità ai risultati e prima ancora alla prestazione. I 6 punti ci servono per raggiungere il prima possibile la salvezza ma solo a quello».
A Livorno si può dire che la partita è stata compromessa in avvio. Con un approccio troppo ‘morbido’ nel primo quarto.
«Sì. Pur essendo consci del fatto che loro sarebbero partiti forte, non siamo stati in grado di pareggiare la loro energia. Gli abbiamo concesso 4 tiri da 3 punti uno in fila all’altro, insomma un inizio davvero brutto. Quando vai a meno 10, fai fatica a rimediare. Guardando gli episodi, a un certo punto potevamo andare a meno 8, ma abbiamo perso l’occasione e da lì ci è scappata via la partita. Ma va bene così. Il basket è anche questo e noi abbiamo preso una bella lezione di umiltà da questa sconfitta. Evidentemente ci serviva per riprendere il contatto con la realtà e soprattutto per rendersi conto del fatto che se vogliamo vincere dobbiamo sempre mettere in campo la migliore versione di noi. Dan Peterson nel suo libro racconta un episodio significativo citando una frase che una volta Marco Bonamico disse a Roberto Premier: ‘Coach senza grinta io sono un giocatore di serie C’. Ecco io credo esattamente a questa cosa. È proprio la verità. Anche la Juvi senza grinta è una squadra che vale la metà di quello che invece riesce a dare quando in campo scende con l’energia che ha fatto vedere in avvio di stagione. Noi se abbiamo un’ attitudine bassa, facciamo fatica ad imporci e dobbiamo ricordarcelo tutte le volte che affrontiamo una partita. In queste settimane si gioca a ritmi serrati. Domenica è già dietro l’angolo e per allora dovremo aver archiviato la sconfitta in Toscana, dimostrando però, di aver capito i motivi di quella sconfitta».
Domenica alle 18 al PalaRadi arriverà Orzinuovi in quello che sarà una sorta di derby.
«Orzi è certamente una squadra ricca di talenti ma non solo. È fisicamente prestante e ha fatto bene fin qui. Quindi dovremo giocare al massimo delle nostre possibilità. Se possibile questa volta, ancora più del solito».
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