L'ANALISI
15 Ottobre 2024 - 11:57
L’americano Phil Booth in palleggio e Lorenzo Tortù della Juvi Ferraroni al tiro
CREMONA - Due partite giocate in casa di fila, prima con Reggio Emilia poi con Pistoia, due sconfitte per la Vanoli che più brucianti non si può contro avversarie decisamente alla portata. Finali amari di match simili, contraddistinti da due episodi che si potrebbero capire se stessimo parlando di gare giovanili ma che nel mondo del professionismo non dovrebbero accadere.
Eppure... Contro Reggio Emilia il centro Tariq Owens, a 15 secondi dalla sirena finale, anziché salire e schiacciare a canestro la palla del vantaggio, ha preferito passare la ‘patata bollente’ ad un compagno di squadra piazzato fuori dalla linea del tiro da tre punti, e l’azione si è spenta lasciando via libera al successo ospite.
Domenica contro Pistoia, dopo aver inseguito gli avversari praticamente per tutta la gara e passati in vantaggio (65-64) grazie ad una tripla di Corey Davis e ad un bellissimo canestro di Federico Zampini in soli 18”, a poco meno di 6 secondi dal termine – dopo che era stata recuperata la palla e con il successo quasi in tasca –, Paul Eboua riceve palla e superata la metà campo, anziché tenere ben saldo il pallone tra le mani aspettando l’eventuale fallo dei toscani, ha sparato malamente la ‘sfera rovente’ verso un compagno che non l’ha potuta intercettare, il tutto tra l'incredulità generale.
Poco conta che sulla seconda rimessa avversaria Rowan junior abbia appoggiato la palla a spicchi al tabellone benevolo (su di lui la difesa ‘morbida’ sempre di Eboua), segnando il canestro beffardo con soli 6 centesimi da disputare. Quello che invece fa profondamente pensare è il malaugurato fattaccio che per due volte consecutive ha avuto protagonisti giocatori non certo di primissimo pelo, incappati in due ‘follie’ simili che hanno di fatto decretato la doppia sconfitta della propria squadra.
La sensazione che ne consegue, per quanto mi riguarda (e quindi del tutto opinabile) è che alla Vanoli manchi – in questa fase iniziale della stagione - la necessaria tranquillità mentale, quella sicurezza che dovrebbe permettere di affrontare gli avversari nel modo migliore. In entrambe le situazioni, dopo gare faticate, due giocatori diversi hanno pensato di passare la palla ai compagni, anziché prendersi la responsabilità diretta di giocarla, di trovare la soluzione personale. Sotto la pressione dei secondi che scandivano il countdown, si è preferito scaricare il peso della decisione ad altri.
Detto questo, la grande perplessità nasce dal fatto che ben si conosce il background cestistico degli interessati, per questo si rimane ancora più storditi e increduli da quanto accaduto. Rimane però una regola fondamentale nella pallacanestro (così come negli sport di squadra), ovvero insieme si vince, ed altrettanto insieme si perde. Quindi è di gruppo che si deve uscire da questa situazione non certo facile, che vede la Vanoli ancora ferma al palo in classifica (con i biancoblu, a zero punti, ci sono Venezia, Varese e Napoli, prossima avversaria). E non risolve nulla la caccia alle streghe iniziata ai bar o sui social (giusto criticare ma nei limiti) nei confronti di questo o quel giocatore, di chi in queste prime giornate ha portato in dote alla squadra poco o nulla.
Così come non ha alcun senso prendersela con chi conduce la Vanoli (coach Demis Cavina), anche perché in campo ci vanno i giocatori e, sia con Reggio Emilia sia con Pistoia, Trevor Lacey e soci hanno avuto la possibilità di aggiudicarsi la posta in palio. Certo, la squadra lavora bene in difesa mentre in attacco non si sblocca (69 punti di media a gara sono davvero pochini), non riesce a rendersi adeguatamente pericolosa (zero tiri liberi domenica alla fine dei primi due quarti, solo 7 a fine gara); poi ci sono Phil Booth e Tajion Jones che ancora faticano a trovare le misure nel nuovo campionato. Insomma, il lavoro da fare in palestra (a livello tecnico e psicologico) non manca di certo, mentre si avvicina a grande falcate la gara di sabato a Napoli (Fruit Village Arena, ore 19.30), scontro fratricida che – anche se siamo solo agli inizi – potrebbe già avere una valenza notevole per entrambe e indirizzare il resto della stagione.
C’è un quesito amletico (oddio, forse è esagerato scomodare i sommi poeti) che mi frulla per la testa da sabato sera, dal termine della gara che ha visto la JuVi Ferraroni superata – primo kappao stagionale al quarto turno – dalla Flats Service Fortitudo Bologna, decisamente una delle più serie candidate alla promozione in serie A. L’interrogativo in questione è: si può essere contenti, in qualche modo soddisfatti, dopo aver subito una sconfitta? Ho conosciuto allenatori che non lo sono stati neppure dopo una vittoria, figuriamoci dopo aver perso; eppure coach Luca Bechi, nell’intervista post-partita, ha detto una frase che merita di essere ribadita: «Perdere dispiace sempre ma la mia squadra ha giocato una partita a viso aperto all’altezza degli avversari».
Ebbene sì, qui sta il punto della disquisizione: la JuVi Ferraroni è stata travolta in avvio di match dalla fisicità, dalla capacità tecnica, forse anche dal nome, dalla storia e dal blasone della formazione felsinea, con vantaggi ospiti che hanno raggiunto troppo presto la doppia cifra. La JuVi Ferraroni è stata per un po’ sull’orlo del burrone, con il rischio di subire una pesante lezione dagli uomini di Devis Cagnardi, la maggior parte dei quali hanno macinato centinaia se non migliaia di chilometri nella loro carriera sui parquet della massima categoria italiana e qualcuno anche oltre i confini nazionali. Mancava il faro Pietro Aradori (infortunato, rientrerà tra un paio di settimane), ma gente come Gabriel (8 su 10 dal campo con 4 triple), Freeman, Fantinelli, Bolpin, Mian, Sabatini, Battistini e l’eterno Cusin sono stati ingaggiati con un unico obiettivo: riportare la Fortitudo a disputare il derby con gli odiati cugini della Virtus.
Che la sfida contro l’aquila felsinea sarebbe stata impari lo mettevano tutti in preventivo; quello che in pochi avrebbero previsto è che il giglio cremonese potesse riportare, dopo l’avvio shock, la disfida su binari di perfetto equilibrio. E invece così è stato (65-65 al 34’, 67-69 al 36’), perché la squadra cara alla famiglia Ferraroni, costruita in maniera egregia da Bechi e dal direttore sportivo Marco Abbiati, possiede qualcosa al proprio interno che consente di raggiungere obiettivi forse insperati. La dimostrazione arriva dai primi tre successi consecutivi (due in trasferta) centrati in avvio di stagione, dall’essere riusciti a rimettere in equilibrio la gara con la Fortitudo grazie al grande cuore dei giocatori, alla loro capacità di muoversi in campo con aggressività e determinazione, grazie allo spirito di gruppo che fa superare anche gli ostacoli più difficili.
Perché da sabato sera mi assilla quell’interrogativo? Perché Lorenzo Tortù e compagni, contro una big assoluta del campionato, non sono stati così lontani dal ribaltare l’esito della partita, anzi sono stati molto vicini a sfatare le sfavorevoli previsioni della vigilia. Cosa è mancato? Un pizzico di esperienza in più, una percentuale di realizzazione leggermente migliore, un pochino di ulteriore spirito combattivo, insomma è mancato quel mattoncino in più per completare l’opera.
Mentre dall’altra parte, nel momento decisivo, è emersa prepotente e sublime la classe di due giganti della categoria come Gabriel e Fantinelli. La cosa che davvero conta è che tutti hanno apprezzato, nonostante lo stop, la prova concreta della formazione di coach Bechi, dai tifosi ed appassionati alla dirigenza (a proposito, benvenuto al nuovo general manager juvino Filippo Gussoni che ha portato in dote una importante esperienza organizzativa).
Ora però c’è da pensare ai prossimi impegni ravvicinati: la formula del girone unico prevede una lunga serie di incontri infrasettimanali e domani sera (ore 20.45) la JuVi Ferraroni scenderà in campo al PalaMacchia di Livorno – praticamente a casa del tecnico juvino - per affrontare la Libertas 1947 dei vari Banks, Filloy, Fantoni, Hooker, Italiano. Insomma, un altro match di alto livello, in vista poi del match di domenica al PalaRadi (ore 18) con in programma la sfida contro il Gruppo Mascio Orzinuovi.
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