L'ANALISI
04 Settembre 2024 - 18:29
Conti, Owens e Corradi
CORTE DE' FRATI - «Sono un ragazzo solare, ma sul campo c’è poco da scherzare». Così si è presentato Tariq Owens, il nuovo centro della Vanoli. Il tutto presso la sede di Corradi & Ghisolfi. A introdurre il giocatore è stato innanzitutto il titolare Paolo Corradi: «Non ho dubbi sull’operato del direttore generale Conti sul mercato. A Owens chiediamo solo energia, massimo impegno e di dimostrare tutto il suo talento».
È poi intervenuto proprio il direttore generale Andrea Conti: «Il primo pensiero va a Ettore Corradi, nostro tifoso, che ora ci sosterrà dal cielo. Owens è un bravo ragazzo ed è anche un leader molto positivo all’interno dello spogliatoio. Lo è anche in campo, a livello vocale, aiuterà gli altri a crescere perché conosce bene il nostro campionato. Arriva da due stagioni in Italia, dove ha vinto la Coppa Italia lo scorso anno con Napoli, mentre il campionato prima aveva fatto bene a Varese. Ci aspettiamo da lui una conferma e che aiuti la squadra a raggiungere la salvezza il prima possibile, in un campionato dove il livello si è alzato tantissimo».
Owens, con il durag in testa e lo sguardo attento, ascolta: «L’italiano? Un po’ lo capisco e lo parlo, ma meglio l’inglese... Perché ho scelto Cremona? La Vanoli mi piace, e uno dei motivi risale allo scorso campionato. Ho visto la squadra da avversario e mi ha colpito la coralità del gioco. L’idea dell’allenatore mi ha affascinato e, quando c’è stata questa opportunità, ho detto sì».
Owens arriva da una città grande come Napoli, ma a Cremona si è trovato bene fin da subito: «Ho avuto modo di visitare un po’ la città con i miei compagni, sono stato in un paio di ristoranti. Mi piace la cultura del cibo che c’è qui. Mi sento nel posto giusto: si può vivere con tranquillità e c’è una stretta relazione con i tifosi. C’è grande serenità, si sta bene».
Gli obiettivi personali coincidono con quelli della squadra: «Fare bene, cercare di giocare al meglio ed esprimere al massimo le mie caratteristiche».
Per tutti è già l’anima dello spogliatoio: «Mi piace la musica, porto sempre con me la cassa per ascoltare canzoni a tutto volume. Sono una persona positiva all’interno del gruppo. Cerco di essere molto attento alle esigenze di tutti. So di essere solare e di poter dare una mano quando serve. Mi rendo conto che oltre al basket c’è molto altro. C’è una vita che si svolge fuori dal campo ed è essenziale cercare di capire le sensazioni e le emozioni dei compagni per aiutarli».
In campo, però, è grande serietà. A Trieste ha messo subito a segno una doppia doppia: «Era quello che serviva in quel momento. I numeri cambiano di volta in volta, quello che conta è essere di supporto alla squadra. Quello che serve è quello che voglio fare».
Sa che il pick and roll sarà importante: «Il fatto di avere diverse guardie nel roster, ciascuna con caratteristiche particolari, mi permette di imparare, conoscere i compagni e adattarmi al loro modo di giocare per poter rendere al massimo».
A Cremona è da solo: «Per ora, ma i miei familiari mi raggiungeranno presto».
Poi, la spiegazione particolare della scelta del numero 41: «Risale ai tempi del college, dove con il mio allenatore ho fatto una combinazione. Ho unito il 4, che rappresenta la forza mentale, e l’1, che rappresenta la forza fisica. Questo equilibrio è uno dei miei mantra. Quando convivono forza mentale e fisica, si può vivere in pace, non solo sul campo».
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