L'ANALISI
24 Agosto 2024 - 20:34
VERONA - Il rumore sordo della palla sul parquet, le voci dei protagonisti, i primi volti tesi. Dopo tanto lavoro ‘a secco’ è finalmente stato il giorno di giocare una partita vera. A Verona, contro i padroni di casa di serie A2, la Vanoli ha finalmente mostrato per la prima volta il suo volto tra alti e bassi per un ko 67-66 che non ha fatto male. Magari non quello più bello di volto, soprattutto in avvio quando il primo canestro su azione (Zampini) è arrivato dopo sette minuti. Ma con il passare del tempo la squadra è cresciuta in modo continuo (al di là di un altro brutto avvio nel terzo parziale) e soprattutto ha dimostrato già un attitudine difensiva importante. Per altro in un clima gradevolissimo visto che la struttura veneta è dotata di aria condizionata che ha permesso di giocare nella condizione ideale, nonostante al di là delle porte d’ingresso ci fossero quasi 34 gradi. Il tutto in un palazzetto deserto vista la scelta di giocare a porte chiuse.
Certo, non è stata proprio la vera Vanoli vista l’assenza pesante del nuovo pivot Tariq Owens costretto a fermarsi per un piccolo fastidio al retto femorale (nulla di serio), anche se a bordo campo a passare la palla ai compagni e fare il tifo. Ma è stata comunque una Vanoli interessante, capace di regalare i primi segnali di quello che sarà la stagione, non tutti positivi come è normale che sia in questo momento della preparazione di ritorno dal ritiro in quota.
Naturalmente, al di là del punteggio, azzerato alla fine di ogni quarto, che in questa stagione conta relativamente. Per altro Verona (ancora senza Pullen) si è dimostrata una squadra interessante con i due ex Cannon e Gazzotti.
Come dicevamo, è stato soprattutto l’attacco a sembrare ancora un po’ in difficoltà. Circolazione di palla non troppo fluida e poca precisione al tiro con l’americano Pulip Booth particolarmente arrugginito, poi sostituito con profitto da un ottimo Zampini. Ma è stata la difesa a fare luccicare gli occhi. Blocchi ben spesi, solidità nel chiudere le linee e soprattutto massima predisposizione al sacrificio. Abbiamo visto almeno cinque tutti per cercare di recuperare palloni vaganti. Segnale che il Cavinismo ha già fatto presa nella testa e nelle gambe di biancoblù. Di certo una bella mano l’ha data Paul Eboua già in una condizione straripante. È stato lui di gran lunga il migliore in campo con un’energia fuori dal comune per il momento della stagione. Bene anche Zampini e Conti che si è dimostrato il tiratore più affidabile da fuori dall’arco.
Al di là della partenza razzo di Verona, il resto del match è stato piuttosto equilibrato con una Vanoli migliore nella propria metà campo e rivedibile in attacco, soprattutto nel terzo quarto quando davvero c’è stata grande difficoltà nel muovere il punteggio (16-5 dopo 7’). Ma anche in questo si è visto già lo spirito di reazione vanolino. Nel giro di 3’ la squadra ha saputo rientrare (sopratutto grazie ad Eboua) nella partita chiudendo sul 18-18 i terzo 10’. Tutto si è deciso nell’ultimo parziale con Cremona che ha saputo sfruttare l’inerzia del momento nel tentativo di scappare. In quel frangente si è vista la miglior Vanoli, veloce, atletica, cattiva ma poco continua. Verona ha così recuperato portando la partita all’ultimo possesso con l’errore di Nikolic da tre il conseguente ko di un punto.
IL TABELLINO
VERONA 67
VANOLI CREMONA 68
Tezenis Verona: Pittana ne, Mbacke, Cannon 10, Gazzotti 4, Faggian 7, Airhienbuwa 7, Palumbo 7, Kuzmanic ne, Esposito 15, Penna 6, Udom 9, Bartoli 2. All. Ramagli.
Vanoli Cremona: Eboua 13, Booth 3, Ivanovskis ne, Jones 6, Davis 4, Conti 8, Zampini 12, Nikolic 11, Poser 6, Lacey 3, Zanotto ne, Fantoma ne. All. Cavina.
Arbitri: Borgo, Tirozzi, Percorella.
Parziali: 16-12, 36-35, 54-53 (20-23, 18-18, 13-13).
Note: partita a porte chiuse. Verona da tre 9-22, da due 14-29, liberi 12-18. Vanoli da tre 7-25, da due 14-30, liberi 17-20. Rimbalzi 34-28.
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