L'ANALISI
21 Febbraio 2024 - 19:32
Mister Claudio Bencina
CREMONA - Nato a Trieste 67 anni fa, ma di fatto cremonese acquisito visto che da quarant’anni vive in città. Claudio Bencina è il doppio ex di Cremonese e Palermo. In rosanero 31 partite nel 1980, poi il passaggio in grigiorosso con 231 presenze dal 1981 all’88. Anni da giocatore, poi da allenatore grigiorosso tra giovanili e prima squadra. Ancora oggi insegna calcio nei piccoli del Torrazzo: «Mi piace, lo faccio con passione. Cerco di dare input ai ragazzini dei Primi Calci. Mi diverto ancora e cerco di aiutarli a crescere in un’età importante per l’apprendimento, non solo calcistico».
Come vede la gara di sabato?
«Si incontrano due squadre di livello, allenate da due tecnici preparati. Mister Stroppa sta facendo giocare molto bene la Cremonese, a Corini sono serviti i tempi giusti per trovare la formula ideale e adesso il suo Palermo è in grande forma. Insomma, un match aperto e interessante».
Come si vivono i big match nelle due città?
«A Palermo la carica della gente è pazzesca. C’è un amore verso la squadra della città incredibile. Anche dentro lo stadio l’atmosfera è molto coinvolgente. Ho giocato al Barbera gare con 40.000 persone e vi assicuro che arriva una carica in più. A Cremona si può lavorare con più pazienza, focalizzando al massimo l’attenzione. Anche allo Zini c’è grande coinvolgimento che ti fa sentire responsabilizzato».
Le piace il calcio di oggi?
«Sì, anche se è cambiato ma non così tanto. Guardo spesso gare di serie B e serie C e vedo che sono aumentate velocità e tecnica. Qualcuno dice il contrario, ma adesso un passaggio sbagliato fa la differenza anche sopra la metà campo. Per giocare ad alti livelli serve avere una tecnica importante. Il recupero palla è molto più veloce. Forse si è persa un po’ la verticalità, troppe squadre giocano con un possesso palla esasperato sotto la propria metà campo. Ma sono dettagli. Alla fine conta arrivare al risultato. Adesso come allora».
La sua Cremonese era simile a quella attuale con puntate in serie A e campionati da protagonisti in B. Si sente la pressione di dover fare il salto di categoria?
«Quando sei consapevole di avere un obiettivo importante ti senti forte e lotti con una mentalità vincente. Noi abbiamo centrato la massima categoria e l’abbiamo sfiorata tante volte. La pressione maggiore arriva nelle ultime giornate, dove un pareggio può compromettere il lavoro di tutta una stagione».
La Cremonese di Stroppa ha più pressioni rispetto a quella di Pecchia?
«Sono squadre diverse. Ogni stagione nasce in modo differente e anche il vissuto conta nella crescita. Pecchia ha fatto grandi cose e sta dimostrando il suo valore anche adesso con il Parma. Stroppa ha fatto l’impresa con il Monza e ora sta facendo benissimo con la Cremonese. Sono allenatori vincenti. Poi, è chiaro, devi avere una rosa importante alle spalle perchè altrimenti non bastano le idee...».
Seguirà la gara?
«Non vado molto allo stadio, di certo me la guarderò davanti alla tv. Spero sia una bella partita, sicuramente sarà giocata ad alti livelli. In calcio di oggi non permette troppe distrazioni. Ai miei tempi il cambio di allenatore era più raro, adesso serve tutto subito e quindi i risultati sono quasi obbligatori. Per questo mi aspetto una partita a viso aperto. La lotta per il secondo posto è molto avvincente con quattro squadre nel giro di un punto. È chiaro che spero che alla fine la Cremonese possa tenere il naso avanti. Ma adesso c’è da pedalare e fare una grande partita contro il Palermo. Un passo alla volta».
Cosa le ricorda Cremonese-Palermo?
«Quel famoso 3-3 all’ultima giornata che valse la promozione in serie A nel 1984. Speriamo sia di buon auspicio».
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