L'ANALISI
08 Febbraio 2024 - 18:00
Esteban Farias in azione
CREMONA - La storia sportiva degli ultimi anni del campione di paracanoa della Bissolati Esteban Farias è costellata di alti e bassi, caratterizzata da momenti di gioia legati ai successi ma anche di sconforto per una serie incredibile di episodi sfortunati e infortuni. Saltata suo malgrado le Olimpiadi di Rio a causa di alcuni problemi burocratici, nel 2019 Farias guadagna il pass per le Olimpiadi di Tokyo dove è pronto a presentarsi tra i favoriti per la medaglia d’oro, ma la pandemia Covid 2020 fa slittare i Giochi al 2021. Nel frattempo esce alla ribalta un nuovo protagonista della specialità KL1 200, l’ungherese Peter Kiss, ma soprattutto a un mese dall’appuntamento di Tokyo un brutto infortunio esclude Farias, costretto alle cure in ospedale. L’italo argentino trascorre oltre sei mesi tra operazioni e degenza prima di riprende ad allenarsi ottenendo ottimi risultati in canoa. Un’incomprensione con la federazione gli nega la possibilità di partecipare ai Mondiali 2022, ma agli Europei è subito protagonista conquistando uno splendido argento. La stagione 2023 si interrompe nuovamente a maggio per infortunio. L’italo argentino spera di rientrare nel giro di un paio di mesi ma a settembre è necessario un nuovo ricovero per un altro intervento chirurgico che compromette la partecipazione alla qualificazione olimpica. Per Farias però Parigi 2024 non è ancora preclusa. Il bissolatino può puntare sull’ultima prova in programma il 4 maggio a Szeged.
E qui scatta la vera impresa dall’azzurro: in soli quattro mesi deve rientrare e vincere, compiendo un’impresa che normalmente richiede più di un anno.
Esteban Farias il “leone” della Bissolati, è un lottatore indomito che non si arrende mai.
«In questi mesi — racconta Esteban Farias — tra inattività, infortuni, operazioni, degenze in ospedale più volte ho creduto di mollare. Ma poi ho pensato di superare anche questa ennesima prova, lo devo a me, come atleta e soprattutto come uomo, e anche alle persone che mi stanno vicino. Non posso abbandonare senza aver fatto tutto il possibile. Il sogno olimpico deve continuare. Se riuscirò ad andare a Parigi sarà qualcosa di straordinario. Così insieme al mio allenatore Pippo Ceretti e al preparatore atletico Tiziano Gemelli ci siamo messi al lavoro dall’1 gennaio con un unico obiettivo, arrivare al 4 maggio in condizione di poter disputare e vincere quei 200 metri di Szeged che valgono il pass per le Olimpiadi. Dopo un mese di allenamenti solo in palestra, finalmente la scorsa settimana sono sceso in acqua con la canoa. In tre sessioni di allenamento ho fatto 30 km e devo dire che pensavo peggio. L’equilibrio sulla barca c’è, ho pure, nonostante quasi un anno di totale inattività, un buon feeling con il gesto tecnico, poi bisognerà puntare sulla velocità. A Szeged mi serve un tempo intorno ai 50 secondi e cercherò di farmi trovare pronto, poi se tutto andrà bene mi giocherò le mie chance a Parigi».
«A pensarci è qualcosa da pazzi — interviene l’allenatore Filippo Ceretti — ma io ed Esteban siamo in sintonia, dobbiamo per forza provarci. Quello che normalmente si fa in quattordici o quindici mesi lo dobbiamo fare in poco più di tre, il tutto senza mai sovraccaricare. Ma un campione come Este non può non partecipare ad una Olimpiade, sarebbe un’ingiustizia sportiva clamorosa che mi rifiuto di prendere in considerazione. Almeno bisogna far di tutto per tentare di esserci e conoscendo benissimo Este, la sua forza fisica e mentale, non posso che essere ottimista. Per farci trovare pronti per la gara del 4 maggio stiamo svolgendo e dobbiamo svolgere un lavoro totalmente diverso dal solito. In questo primo mese Este ha lavorato molto bene in palestra con Tiziano Gemelli, poi a febbraio dobbiamo fare circa 250 km in barca, e a marzo cambierà nuovamente il lavoro dovendo trasformare la forza in velocità in barca. Esteban farà due uscite al giorno insieme agli altri ragazzi della Bissolati. Potersi allenare con ragazzi con capacità e velocità molto diverse, sarà di aiuto. Prima bisognerà stare nel gruppo di chi è un po’ meno veloce, poi si cambierà l’obiettivo ed infine Esteban dovrà cercare di rimanere in scia di Cecilia Chiesa e poi di Giulia Bentivoglio le nostre due atlete di punta. Se riuscirà in questo a Szeged possiamo vincere, e se andrà bene poi Esteban farà una settimana di totale relax per essere libero anche di testa e per poi riprendere gli allenamenti per essere pronto a settembre per la gara olimpica. Noi ci crediamo, ci dobbiamo credere, non possiamo lasciare nulla di intentato».
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