L'ANALISI
29 Gennaio 2024 - 17:39
Raul Caso in azione
CREMONA - «Questo 2024 è iniziato davvero nel migliore dei modi e sono molto contento. Adesso vediamo cosa mi riserva il prossimo futuro. Archiviato il titolo italiano assoluto, sono partito subito per l’Armenia per questo ritiro di due settimane con la nazionale italiana». Raul Caso, compirà 19 anni fra un mese ed è una stella sempre più luminosa nel panorama della lotta italiana. Anche se da anni si allena e vive a Livorno, è legato alle sue origini cremonesi.
Qui vive ancora la nonna Verbena che è una delle sue principali tifose ed è stata fra le prime a chiamarlo dopo l’ultimo successo tricolore. Una vittoria la sua, che racconta di un dominio assoluto. «Sono partito con i combattimenti dagli ottavi di finale, perché ero testa di serie a Ostia. Negli ottavi ho vinto 10-0, così come ai quarti. In semifinale è finita 10-1, mentre nella finale sono tornato a chiudere sul 10-0».
Un successo a dir poco schiacciante in un campionato, quello assoluto, dove lei era comunque il più giovane di tutti, aspetto che rende il risultato ancora più eclatante.
«Sì, sono molto soddisfatto anche di questo. Dell’abisso, al momento, che c’è tra me e tutti gli altri in Italia. Probabilmente questo accade perché la lotta è diventata il mio lavoro a tempo pieno. Mi alleno molto bene, faccio solo questo e quindi c’è molta differenza con altri atleti che hanno un altro lavoro principalmente».
In Armenia ora perché?
«Perché qui c’è una forte tradizione e quindi avremo sparring di alto livello. A febbraio ci sarà l’Europeo senior e stiamo valutando con il mio allenatore e quello della nazionale, se farlo o no. Io sono ancora molto giovane e quindi va valutato se ne valga la pena. All’estero è diverso. Io sono un ‘fuoriclasse’ per l’Italia e a maggior ragione nella mia categoria, ma non posso avere la forza di uno di 25/26 anni a 19 non ancora compiuti. Per questo dico che dobbiamo valutare con attenzione».
Conosce quelli che sarebbero gli eventuali avversari?
«Sì, e sono forti. Veloci e forti. Pensiamo dunque se ne valga la pena per il mio percorso di crescita. Certo se dipendesse dal mio sentire, andrei. Sarebbe un’esperienza bella. Una gare che servirebbe ad ambientarmi nel mondo dei ‘grandi’ per così dire. Sicuramente mi piacerebbe e mi intriga parecchio l’idea. Una soddisfazione vera combattere con questi atleti che fino a ora per me erano solo di ispirazione e avere la possibilità di confrontarmici direttamente».
Dopo l’Armenia?
«Con la nazionale avrò un altro ritiro a Roma a marzo, poi ad aprile a Parigi e tornei internazionali a marzo in Turchia e ad aprile in Bulgaria. A marzo ci saranno anche gli italiani Under 20 e ad aprile anche l’Europeo Under 23 a Baku. Infine ci saranno gli europei Under 20 in Polonia la prima settimana di luglio cercherò di andare a medaglia ai Mondiali Under 20 di settembre in Spagna».
E l’Olimpiade di Parigi?
«Non è ancora il mio momento. Ho davanti un atleta molto forte che in Francia sarà alla sua ultima Olimpiade. Il mio tempo arriverà poi. Ne riparliamo nel 2028».
Idee chiare, talento cristallino, tanta determinazione. Sentiremo parlare molto di lui con la speranza di una medaglia olimpica.
Un ultimo telegramma?
«Per mia nonna Verbena. A Cremona aspetta sempre con ansia di leggere di me su La Provincia».
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