L'ANALISI
06 Dicembre 2023 - 18:00
Valentin Antov
CREMONA - «Ero un bambino, giocavo a casa mia a Sofia con gli amici ma il calcio è diventato in fretta un lavoro. Ora sono qua alla Cremonese e sogno di poter tornare in serie A in fretta». Valentin Antov ha soli 23 anni ma ha già le idee chiare. Ha bruciato ogni tappa diventando uno dei giocatori più importanti della Bulgaria, titolare della nazionale. Il suo è un italiano ottimo, lo sguardo è quello del bravo ragazzo.
Partiamo da lì.
«Sono un tipo tranquillo, ascolto musica rock, anche bulgara, rap, pop, insomma mi piace quasi tutto. Mi piace vivere a Cremona. La gente mi chiede sempre se a casa mia fa freddo, ma le temperature sono simili tra qua e Sofia e mi sono adattato in fretta».
Con l’arrivo di Stroppa è diventato un titolare inamovibile.
«La fiducia dell’allenatore conta tanto. Oggettivamente partivo avvantaggiato avendo già lavorato con il mister a Monza. Conoscevo la sua idea di calcio, il suo modo di allenare e spiegare il calcio».
Siete la miglior difesa del campionato.
«È importante. Sono diverse gare che chiudiamo senza subire reti e questo dà fiducia a tutto il reparto. Possiamo comunque crescere ancora anche dal punto di vista tattico».
È alla terza esperienza in Italia dopo Bologna e Monza.
«La prima è stata la più complessa, meglio nella seconda, mentre alla terza mi sento a mio agio. C’è stato un fisiologico bisogno di adattarsi a un campionato e a un calcio diversi. Ora, dopo tre anni, sono più confidente e so cosa devo fare. Ovviamente sono consapevole di dover ancora migliorare sotto tanti aspetti».
È stato anche centrocampista a livello giovanile.
«In Bulgaria sono partito come difensore, poi ci sono stati un paio di allenatori che hanno avuto la visione di spostarmi più avanti. Un’esperienza che non è durata molto... Io mi sento meglio nel giocare dietro».
Contro il Pisa è passato a gara in corso da centrale di destra a quello di sinistra con gli stessi ottimi risultati.
«Grazie. È sempre strano passare da una fascia all’altra ma devo dire che durante la settimana lavoriamo tantissimo sul posizionamento e su come lavorare la palla con movimento quasi a memoria. Poi in una squadra forte, con giocatori forti, è tutto più facile».
Sabato arriva la capolista Venezia.
«È una delle migliori squadre del campionato, ma anche la Cremonese lo è. Sappiamo di affrontare degli attaccanti importanti e stiamo lavorando tanto. Siamo pronti, spero possa nascere una bella partita e che il risultato possa darci una gioia».
Cosa le manca di più di casa?
«Mi sono abituato alla vita lontano dalla Bulgaria. Certo, mi mancano i miei genitori ma possono venire a trovarmi quando vogliono e tra poco saranno qua a Cremona. Vivo con la mia ragazza e abbiamo una bella sintonia».
In cucina?
«Facciamo, anzi è lei la cuoca di casa, tanti piatti interessanti. Anche qualche specialità bulgara. Ma la vita qua in Italia non è tanto diversa rispetto a quella in Bulgaria e mi trovo bene».
Cosa manca al calcio bulgaro?
«Mancano tante cose, dovrei parlare per un’ora intera. Abbiamo mancato la qualificazione agli ultimi grandi appuntamenti con la nazionale. Adesso siamo un gruppo giovane con tanti giocatori di talento. Serviranno un po’ di tempo e un po’ di fiducia ma sono sicuro che faremo ottime cose. Purtroppo da noi il campionato non è così probante e credo sia giusto che i migliori giovani vadano all’estero a fare esperienza con campionati di alto livello. Solo così ci si può confrontare con un calcio più impegnativo. In Bulgaria ci sono due-tre squadre di buon livello e lì si può iniziare un bel percorso anche attraverso le coppe come l’Europa League e la Conference».
Tolga la maglia da gioco e indossi la giacca da direttore sportivo. Che talento emergente bulgaro acquisterebbe per la Cremonese?
«Cito il mio amico Hristiyan Petrov, classe 2002. Anche lui è un difensore, sta giocando nel Cska Sofia ma spero possa presto entrare a far parte di una squadra di livello europeo in un campionato importante. È un giocatore molto promettente».
Il sogno?
«Tornare a giocare in serie A. È un obiettivo».
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