L'ANALISI
21 Agosto 2023 - 17:58
Nathan Adrian e Giovanni Zucchi
CREMONA - C’è una certezza: magari la Vanoli non vincerà tutte le partite sul campo da basket, ma se si giocasse a golf sarebbe pronta per lo scudetto... Dopo coach Demis Cavina e Wayne McCullough, anche l’altro americano Nathan Adrian è un appassionato del green. 'Mi rilassa e mi diverte, spero di poter giocare anche a Cremona. Ho un handicap 12 e non vedo l’ora di giocare con il coach e con Wayne...'.
Adrian ha il sorriso facile, un volto simpatico. La presentazione nella sede dell’azienda Zucchi è volata via tra una battuta e una risata. A fare gli onori di casa l’amministratore delegato Giovanni Zucchi: 'Il nostro rapporto con la Vanoli ormai è di lunga data. Siamo felici di essere di nuovo insieme e con progetti diversi visto che entreremo nelle scuole parlando di sport e di educazione alimentare'.
Il dg biancoblù Andrea Conti ha rimarcato: 'la grande stima reciproca e l’entusiasmo che lega i due marchi cremonesi'.
Poi è stata la volta di Adrian che: «l’italiano lo capisco un po’, ma non chiedetemi di parlarlo...'.
Lui al PalaRadi ritrova la serie A che aveva perso qualche mese fa con Forlì... 'È stata una situazione strana quella che si è venuta a creare. Io gioco sempre per vincere, volevo vincere anche quel playoff ma alla fine non c’è stato nulla da fare. Curioso che sia tornato in serie A proprio con la maglia delle Vanoli. Ovviamente sono felice per questa cosa'.
Che tipo di persona è Nathan lo spiega in poche parole: 'Mi piace divertirmi e lavorare tanto con la squadra. Credo di essere una bella persona che ama stare in compagnia. Voglio sempre ottenere il massimo e dare tutto per la squadra. Il tiro per me è importante, ma voglio essere decisivo in tante altre cose, in un passaggio, in un blocco, in una difesa. Se dovessi dare una percentuale posso dire di sentirmi per il 60% tiratore e per il 40% giocatore d’area'.
Cremona è stata una scelta facile per lui: 'Ho parlato con l’allenatore e ho capito subito che poteva essere una grande opportunità. Conoscevo il gioco di Cavina, l’ho affrontato diverse volte, e mi ha sempre fatto una bellissima impressione. Farne parte sarà affascinante'.
Con Cavina però ci sarà da difendere forte... 'Non ci sono problemi per me. Sono sempre stato abituato a difendere anche ai tempi del college dove la mia squadra per 40’ badava di più a controllare gli avversari. Ora sono più grande ma le radici sono rimaste e mi sento a mio agio a difendere'.
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