L'ANALISI
FOOTBALL AMERICANO
21 Agosto 2023 - 14:16
Matteo Felli in azione
CREMONA - 'Questo primo anno in Elf mi sta costando tanta fatica e sacrifici oltre che l’annientamento totale delle ferie, ma rifarei tutto, perchè fin qui è stata un’esperienza straordinaria'. Matteo Felli il kicker cremonese, tifosissimo della Cremo, campione d’Europa 2021 con la nazionale azzurra di football americano, è infatti alla prima stagione con la divisa dei Seamen Milano, l’unica squadra italiana a partecipare al campionato europeo, quello semiprofessionistico. 'Sabato della scorsa settimana abbiamo giocato in Spagna e visto che era il mio compleanno mi sono fermato a Barcellona qualche giorno in più a festeggiare con la mia fidanzata. Sono state le uniche ‘vacanze’ se si possono chiamare così, dell’anno'.
Il salto in Elf è stato dunque parecchio duro.
'Sì davvero molto. Sono in tutto tre gironi. Il mio ha 6 squadre per 12 partite complessive tra andata e ritorno. In casa si gioca a Milano al velodromo Vigorelli, in trasferta invece sono ovviamente tutte tappe europee. Nella nostra conference praticamente siamo ultimi perché la squadra è nuova per questo campionato e il livello è davvero altissimo. Quindi un po’ perchè non ci ha aiutato molto la fortuna e un po’ per inesperienza, abbiamo vinto solo due partite quando ne mancano tre alla fine. È un campionato che non ti perdona niente e poi la paghi sul campo. Ora abbiamo questa ultima trasferta e poi le ultime due partite saranno in casa a Milano'.
La buona notizia, se così si può definire, è che come nel basket Nba per esempio, non ci saranno retrocessioni.
'È vero, non ci saranno però noi siamo già fuori dai giochi per le finals. Ne passavano soltanto due comunque, sarebbe stato davvero molto difficile'.
Guardiamo avanti. Cosa succederà per il prossimo anno sportivo?
'Per la prossima stagione è tutto un punto di domanda. Noi in Italia siamo davvero indietro e questo è un campionato costosissimo. La proprietà dei Seamen ha già investito molto e per partecipare quest’anno e dovrebbero investire ancora di più. Non so cosa decideranno. Dovranno valutare perché è un impegno davvero oneroso. Per loro a livello economico e per noi giocatori a livello di impegno. Molti dei miei compagni di squadra hanno preso l’aspettativa. Vengono da fuori Milano e non potevano fare altrimenti. Io che vengo da Cremona vado avanti e indietro, ma torno alla 1.30 di notte per tre volte alla settimana e alle 6 mi alzo per andare a lavorare. È davvero pesante fisicamente. Io lo faccio volentieri perchè è la mia grande passione da sempre, il mio sogno, ma bisogna trovare anche gente che sia disposta a fare tanti sacrifici come me. Nel resto d’Europa è più facile. A Barcellona per esempio hanno messo a disposizione un campus. Si allenano tutti i giorni e vivono lì. Così è tutto più facile e professionale ma hanno anche un’altra copertura economica'.
Pentito di aver fatto questo salto?
'Questo mai. L’esperienza è stata e continua ad essere stupenda. Giriamo per l’Europa e lo considero un privilegio, anche se riusciamo a vedere pochissimo delle città dove andiamo. Però mettersi a confronto con giocatori di quel livello lì e in stadi da 7.000 persone a partita, è fantastico. Qui al massimo nella finale di campionato un anno, si sono viste tremila persone. Per quest’anno invece, che sarà a Duisburg, in Germania, hanno già venduto 40mila biglietti. Tanto per capire il gap... Anche a livello televisivo è tutto diverso. Qui abbiamo solo un abbonamento online per vedere le partite in streaming. All’estero passano in chiaro almeno due partite a settimana. Per tutti questi motivi si fa fatica a crescere. In Germania il football è praticato nelle scuole. Qui zero, siamo ad anni luce da una possibilità di questo tipo. Quest’anno il team ha l’obbligo di avere 8 europei in squadra. Noi infatti abbiamo anche giocatori inglesi e francesi. Però al contrario, se dovessimo andare noi in una squadra all’estero, o si riesce a trovare un lavoro là, o dovrebbero pagare abbastanza per viverci. Il campionato poi dura solo 5 mesi, quindi di fatto, bisognerebbe poter chiedere un’aspettativa al lavoro... Insomma è tutto complicato da italiano nel football americano. Ma continuo a considerarmi un privilegiato e uno che da questo sport, ha avuto e continua ad avere tantissimo'.
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