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GOLF: IL PERSONAGGIO

Marco Camerini: amatore a chi? Ora la finale mondiale Bmw

Il cremonese rappresenterà l’Italia nell’appuntamento alle Mauritius contro i migliori del mondo. «Sono campione in carica da tre anni dell’Aci e mio papà dall’alto mi dà una mano sul green...»

Lucilla Granata

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redazione@laprovinciacr.it

04 Novembre 2022 - 10:48

Marco Camerini: amatore a chi? Ora la finale mondiale Bmw

Marco Camerini sul green

CREMONA - Per Marco Camerini, il golf è una passione nata in e di famiglia. Non è mai diventato un’occupazione di tipo professionistico, ma comunque una parte importante, un compagno che ha segnato varie tappe della vita. «Ho iniziato a giocare che avevo 12 anni e ora ne ho 38» racconta Marco. «È partito tutto presto, che ero un bambino, perché mi ha fatto iniziare mio papà, quello che in famiglia più di ogni altro, aveva questa grande passione. Ho scoperto di essere molto portato e così ho iniziato subito con i circuiti della Federazione che facevano garette anche per la mia categoria. È stato molto bello perché così ho avuto l’occasione di crescere e imparare molto. Organizzavano anche raduni a livello italiano dove potevi scambiare esperienze e potevi accedere nel gruppo della nazionale a seconda dell’età. Fino ai 17 anni ho giocato con grande assiduità, poi in famiglia ci sono stati problemi, ho avuto un lutto grave e il golf l’ho messo nel dimenticatoio per un po’. Una sorta di pausa tra il 2001 e il 2004. In quegli anni giocavo molto di rado».

Poi il grande amore è tornato prepotentemente.
«Sì ho ripreso con continuità circa 10 anni fa. E l’impegno costante ha cominciato a dare i suoi frutti e a regalarmi belle soddisfazioni. Sia a livello di circolo (Il Torrazzo) che di circuiti nazionali e internazionali. Nel 2017 ho vinto il circuito Aci e poi l’ho rivinto in sequenza dal 2020 al ’22. Sono tre anni che detengo il titolo».

Insomma la pausa di riflessione non ha avuto conseguenze sul suo gioco.
«Come in tutti gli sport, quando si inizia da bambini, difficilmente si dimentica o si disimpara. Nel mio caso dovevo solo ritrovare un po’ il feeling e la voglia di ritornare a giocare con continuità. Per questo devo ringraziare molto il mio maestro Alessandro Passamonti perché ho avuto un notevole upgrade dal punto di vista del gioco. La ‘crisi’ diciamo così è arrivata nel 2001 quando è venuto a mancare anche mio padre. Quello che mi aveva insegnato tutto di questo sport e allora mi ci è voluto del tempo. Poi però ho voluto riprendere in mano la sua passione e ho istituito anche un memorial annuale in suo nome. Ho ripreso a pieno regime, allenandomi, praticando tanto e facendo tante gare. L’età della ‘ragione’ poi, forse ha aiutato molto».

Con il tempo sono cresciute anche le esperienze e gli appuntamenti importanti.
«Sì, il circuito più importante che ho fatto è quello della Bmw che è a livello mondiale. I soci dei vari circoli si affrontano tra loro, poi i migliori, vanno a comporre un team nazionale che concorre per il titolo italiano. Io l’ho vinto quest’anno e rappresenterò l’Italia a Mauritius nella finale mondiale prevista nel marzo 2023. Un onore e anche un’esperienza grandiosa per un non professionista. Alle finali nazionali era presente Donato di Ponziano, il professionista che fa parte della Federazione Italiana Golf. È stata la soddisfazione più grande che abbia mai vissuto. Mi ha reso molto fiero e spero abbia reso fiero anche mio papà, ovunque sia...».

Ha buone sensazioni per le finali di marzo?
«In effetti sì, perché le cose sono andate davvero troppo bene per non sentirsi quasi predestinati. Sia per il circuito Aci che per

Adesso questa gara mi emoziona. La squadra da battere sarà ancora la Russia

il Bmw infatti, ho avuto una dose di fortuna assurda che mi fa pensare che fosse destino che vincessi. Una mano da qualche parte lassù mi è arrivata. A breve ci sarà un meeting pre finale mondiale con Di Ponziano per preparare al meglio l’evento e non vedo l’ora. Per noi amator questa esperienza è stata un assaggio di professionismo. È stato bellissimo e lo sarà comunque andrà a finire. Quest’anno dove tutto è andato bene, avrei dovuto fare anche la finale nazionale Audi a coppie, ma siamo arrivati quinti su una sessantina di coppie e l’abbiamo mancata di un soffio. Ora vediamo a marzo cosa succede. Siamo tutti amator, due uomini e una donna per squadra e quindi è tutta da giocare. Il campo ha tantissima acqua, è molto delicato da giocare, ma possiamo dire la nostra. L’importante è arrivarci con la migliore condizione possibile, poi nello sport non si decide nulla a tavolino, vedremo. Alle finali di Saturnia abbiamo vinto per un solo colpo di vantaggio... L’anno scorso ha vinto la Russia, che sarà nuovamente la nazione da battere, ma anche la Corea è molto forte. Team Italia si è qualificata sesta l’anno scorso su venti nazioni. Per noi sarebbe stupendo portare a casa questo trofeo. È il mio sogno di una vita da amatore e poi si può farlo solo una volta. Non è ripetibile, quindi devo giocare tutte le mie carte questo giro e ci credo abbastanza, sono sincero. Sarà anche l’occasione di vedere Mauritius e di vivere qualche giorno di vacanza. Non posso davvero chiedere di più. Grazie papà, so che sarai su quel green con me».

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