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Calcio, Cremonese. Carbonara e serie A, Emanuele Valeri sogna in grande

«Sono un ragazzo umile, ma in questa categoria ci voglio restare e in grigiorosso. Che gioia il gol, io tifoso laziale ho scambiato la maglia contro tre biancocelesti»

Fabrizio Barbieri

Email:

fbarbieri@laprovinciacr.it

24 Settembre 2022 - 05:00

Calcio, Cremonese. Carbonara e serie A, Emanuele Valeri sogna in grande

Emanuele Valeri nella redazione de La Provincia di Cremona e Crema

CREMONA - «Io le cose quando le faccio le faccio bene. Non chiedetemi di fare una carbonara con il parmigiano invece del pecorino romano...». Dai fornelli al campo il passo è breve, soprattutto per un romano del quartiere Primavalle. «Sono partito da lontano, ma ho ancora tanta fame, non intendo a tavola...». Emanuele Valeri, esterno sinistro della Cremonese, ha lo sguardo felice, stringe le mani a tutti nella redazione del giornale La Provincia. Firma pure qualche autografo, l’accento romano non manca e lo fa apparire ancora più genuino.

Calcio e... calcio.
«Non ho altri passatempi. Amo questo sport, guardo il nostro campionato ma anche quelli stranieri, le coppe, le supercoppe. Mi piace tutto».

Una passione che arriva da lontano.
«Sono tifoso laziale, lì ho mosso i primi passi. All’Olimpico ci sono tornato da calciatore qualche settimana fa con la Roma. Non è stata la prima volta perchè da piccolino facevo il raccattapalle alla Lazio. Vedevo giocatori come Klose, Hernanes e sognavo un giorno di poter giocare nello stesso campionato. Ora sono qua, con la maglia grigiorossa e in questa categoria ci voglio restare per un bel pezzo».

Per restarci con la Cremonese?
«Sì. Ho il contratto fino al 2024, qua sto bene e qua voglio togliermi altre soddisfazioni. La serie A ce la siamo guadagnata duramente, abbiamo fatto una cosa grandiosa, ma adesso è tempo di fare il bis con un’altra impresa. Non è facile, lo sappiamo. Il calendario non ci ha aiutato. Adesso arriverà il primo scontro diretto con il Lecce, un’altra neopromossa come noi. L’affronteremo a viso aperto, come facciamo contro tutte le altre squadre. Certo, i valori saranno diversi rispetto a Roma, Fiorentina, Atalanta e Lazio. Ora però ci servono punti».

Foto di gruppo con il difensore grigiorosso Emanuele Valeri nella redazione de La Provincia

Quanto conta il fattore campo in serie A per un esordiente come lei?
«Beh, onestamente non ho mai giocato in uno stadio con 70mila persone. È emozionante. San Siro è un gran colpo d’occhio il migliore impianto italiano. Io non sono uno di quelli che si emoziona in modo ‘negativo’, anzi. Non mi tremano le gambe ma ho una carica in più».

In tanti stadi Radu è molto fischiato. Perché?
«È il lato meno bello del tifo. Se pensano di minare la sua tranquillità sbagliano. Lui è un professionista serissimo ed è un grande portiere».

Che persona è Valeri?
«Umile, la serie A di certo non mi ha cambiato. Ho gli stessi amici di una volta, sono felicemente fidanzato con Ludovica da un bel po’».

Il suo ruolo è molto delicato e sempre più raro.
«C’è carenza, è chiaro. È un ruolo particolare dove serve offendere ma anche difendere. Terzini forti però esistono. Io sono partito dal basso e la gavetta mi è servita per migliorarmi un passo alla volta. E di certo non mi fermo qua. Ho ancora molto da imparare».

Il suo giocatore ideale?
«Marcelo. È il più forte esterno sinistro di sempre. Non mi mancano solo i suoi capelli, anche i suoi piedi...».

Sul braccio ha dei numeri: 15-8-18. Cosa rappresentano?
«Una data importante, ma che voglio tenere per me».

Sogna la Nazionale?
«Chi non la sogna? Dopo sette gare di serie A mi sembra presto, ma lavoro per crescere e per diventare un giocatore migliore ogni giorno. L’Italia sarebbe un traguardo incredibile».

Quali sono i suoi punti di forza?
«L’umiltà dal punta di vista caratteriale. In campo la forza fisica e la velocità. Non sono altissimo, ma se hai i tempi giusto puoi spostare facilmente un giocare di un metro e novanta».

Si parla di tante squadre su di lei, anche all’estero?
«Penso solo alla Cremonese. Qua sto bene. Le chiacchiere da bar non mi interessano. Ho chi segue queste cose e non voglio sapere nulla durante il campionato».

Cosa le piace fare fuori dal campo?
«Rilassarmi, visitare qualche città e guardare in tv delle serie. Poi tanto calcio».

La prossima gara ci sarà il Lecce. Lo scorso campionato era stata una beffa.
«Vogliamo prenderci una rivincita anche per quel ko nel finale su autogol di Okoli. Siamo due neopromosse e tutte e due vogliamo vincere. Siamo carichi. Andremo a giocare il nostro calcio».

Ha già chiesto un adeguamento dell’ingaggio o un prolungamento?
Valeri ride: «Ho un contratto ancora di due anni. Non c’è fretta. Sedersi al tavolo con la dirigenza della Cremonese è un piacere. Qua sto bene».

Tanti stranieri in rosa. In che lingua si parla?
«L’italiano principalmente. Poi con chi fa più fatica in inglese. Non è semplicissimo, io so proprio le basi ma me la cavo. Noi italiani stiamo tutti cercando di dare una mano ai nuovi nell’inserimento e anche con la lingua».

Cosa ne pensa degli esterni che giocano a fasce invertite rispetto al piede forte?
«Per me sarebbe molto difficile. Non avrei fluidità nei movimenti. Non ci sono tanti terzini che lo fanno».

Ma lei è ormai un esterno alto.
«È vero. Meglio che resti a sinistra però...».

Con chi ha scambiato la maglia?
«Domenica scorsa con tre: Milinkovic Savic, Immobile e Radu. Ci tenevo da tifoso laziale. Contro l’Atalanta con il mio ex compagno Okoli».

Con l’Atalanta anche il suo primo gol in A.
«Bellissima emozione. Ci ho creduto tanto. Sul tiro di Ascacibar mi sono subito gettato per un’eventuale respinta. Quando è arrivata la palla e l’ho toccata non ci ho capito più nulla poi...».

Giocare in A cambia la vita?
«No se resti il ragazzo di prima. Certo, ci sono più attenzioni da parte dei tifosi e non solo della città per cui giochi. Fa piacere, ma non ti deve cambiare il concetto di calcio che hai. Per arrivare avanti devi faticare. Punto».

Domenica le elezioni invece che la partita.
«Preferisco non parlare di politica».

La Cremo fatica a fare gol.
«Parliamo sempre di grandi attaccanti, ma ci sono anche difensori importanti in serie A. Sappiamo bene quale sia il nostro obiettivo e non ci siamo scoraggiati dopo questo inizio di campionato Tolte le prime otto che sono quasi inavvicinabili poi ce la possiamo giocare con chiunque».

Cosa le manca di Roma?
«La famiglia e la possibilità di mangiare tardi. Qua a Cremona alle 22 le cucine dei ristoranti sono chiuse, da me si mangia fino a mezzanotte comoda...».

Avete ancora la chat con i compagni dello scorso anno?
«Certo. Avevamo creato un gruppo super e ci sentiamo ancora con regolarità. Abbiamo fatto un’impresa: dopo 26 anni riportare la Cremonese in serie A».

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