L'ANALISI
SERIE A2: L'INTERVISTA
29 Luglio 2022 - 09:57
Il presidente Enrico Ferraroni
CREMONA - Il cuore da una parte, le esigenze societarie dall’altra. Il presidente della Juvi Ferraroni, Enrico Ferraroni, fa il punto sui «lavori in corso» nella sua squadra neopromossa in A2 per la prima volta nella storia, tentando un’impresa non semplice, quella di conciliare affari e sentimenti. «Dopo la partita della promozione, vi garantisco che il primissimo pensiero è andato ai ragazzi. Perché sono legato loro ancora più dal punto di vista affettivo che da quello sportivo e sapevo che con la promozione, le cose sarebbero state diverse, inevitabilmente cambiate. Un po’ come quando si va militare. È un anno quello, che si vive insieme intensamente e che crea legami indissolubili nel tempo. La stessa cosa mi è successa con il gruppo di giocatori della scorsa stagione. Con molti le strade si sono inevitabilmente divise, ma avranno sempre un posto speciale nei cuori della Juvi».
Il presente vi costringe a ragionare sulla costruzione di un team competitivo per la categoria.
«Assolutamente sì e per questo ci sono allenatore e direttore sportivo, che hanno fatto giustamente le loro scelte legate allo sport. Resta il fatto che non ringrazierò mai abbastanza per quello che abbiamo vissuto, la squadra oroamaranto 21/22. Con Elvis Vacchelli, abbiamo ragionato tanto e siamo felicissimi che abbia deciso di iniziare subito la carriera di allenatore invece di andare avanti a giocare. E in questo senso sono felice di annunciare che sarà il terzo coach della Juvi. Marco Bona invece, quello che io definisco il gentleman del basket, con noi ha giocato sempre in una categoria inferiore a quella che avrebbe meritato, dando il massimo ad ogni partita. Lui anche era combattuto, il suo dna è e rimane oroamaranto anche se quest’anno giocherà alla Sanse. Lui se ne è andato, ma è un arrivederci. Sa che alla Juvi sarà sempre a casa e lo aspettiamo in un futuro per ricoprire qualche ruolo, chissà… Perché lui per me, che amo il tennis, è il Federer del basket. Mai sentito imprecare, mai perso la pazienza, una professionalità pazzesca, un giocatore sempre sul pezzo. Una classe incredibile e ha tutta la mia stima».
E del mercato in entrata cosa dice?
«Del mercato si occupa lo staff tecnico. Posso dire che degli italiani che abbiamo preso sono molto contento perché ho
massima fiducia nel coach che li ha scelti. La riconferma di Crotti è stata a tutti gli effetti il nostro primo grande acquisto per questa stagione in A2, perché dall’allenatore viene tutto. Sono convinto che oltre ad ottimi atleti, abbia puntato su uomini veri. Resto convinto infatti, che al di là di quanto si spenda, costruire un buono spogliatoio sia fondamentale. Coi soldi si possono comprare grandi nomi, ma non il feeling e la forza del gruppo. Per quanto riguarda gli americani invece, siamo ancora ‘work in progress’. Dobbiamo avere pazienza, perché sono fondamentali e abbiamo ancora tempo. Sono scelte da non sbagliare quindi vanno ponderate al massimo. Abbiamo in mente qualcuno, ma ci andiamo cauti. Perché sbagliare gli Usa sarebbe un grosso danno. Stiamo aspettando delle risposte, questione di giorni, ma ci devono arrivare da oltreoceano. Per l’inizio del raduno saremo comunque al completo. Sperando di sciogliere nel frattempo il nodo palestre che non è un problema da poco. Il palaRadi è a dir poco affollato e si spera di trovare soluzioni condivise che non scontentino nessuno».
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