L'ANALISI
13 Ottobre 2015 - 13:37
Una dellesquadre che partecipano ai mondiali di pallabislunga è alloggiata in un albergo nel nord dell’Inghilterra che poi è un vecchio maniero ristrutturato. La camera 1313, informa il dailymail, non è prenotabile per via che pare vi siastata assassinata una nobildonna che non rientrava più nei volubili gusti dell’En r icottavo di turno.
Due giocatori di quella squadra, la cui camera è sullo stesso piano della 1313, giurano che una strana signora vestita di verde, che non aveva l’aria di una cameriera del turno di notte, ha fatto loro visita qualche notte fa, scomparendo appena hanno acceso la luce (che poi si dice non abbiano più spento fino al mattino). Il giornale non precisa quante pinte i suggestionabili giocatori che hanno visto la nobilfantasma si fossero scolati la sera prima. Senza fare tanta strada, e senza nemmeno aver bevuto tanto (una birretta sì, mica puoi bere acqua mangiando uno di quei panini salsicciae cipolla per cui il bar dello stadio di Pordenone va, o dovrebbe andare, famoso), qualche fantasma l’ho visto anch’io, nonpiù tardidi sabatopomeriggio.
Al Bottecchia la Cremo è andata subito sotto e per parecchio tempo ha avuto l’aria di essere destinata a rimanerci, non fosse stata per il fatto ormai assodato che ha un bel portiere ben allenato. Quando i miei mi portavano a Caorle avevo per salvagente una ciambella con la testa di Paperino. A Pordenone secondo gli ultimi accertamenti non c’è il mare, ma la Cremo temendo di dover fare un tuffo in un mare di guai si è portata un salvagente con la testa di Ravaglia. E pure le mani, più mani di una divinità hindù se lo chiedi agli increduli tifosi neroverdi. Quel salvagente l’ha tenuta a galla finchè è arrivato quello che senza Nico sarebbe stato il gol della bandiera e invece con Nico è stato quello del pareggio.La partita è stata tagliata in due dalla pausa non solo perchè le squadre si sono scambiate le porte.
Nel primo tempo l’abbiamo vista poco e male e toccata meno e peggio. I ramarri sbucavano da tutte leparti come in un vecchio film (ti ricordi Viaggio al centro della terra, quello dal librodiVerne, conqueilucertoloni che hanno finito per mangiarsi fra loro?), e non per niente ci hanno messo otto minuti per fare un gol che non sembrava destinato arestare figliounico. Un gol peraltro venuto per una sbadataggine da parte di una contraerea grigiorossa che fin lì aveva funzionato e ancora lo avrebbe fatto da lì in poi.
Si è andati avanti un pezzo a ballare alla musica suonata dagli altri, la Cremo dimenticava le fasce e dimenticava anche di cercare Maiorino che Pea aveva messo davanti. Sarà stata la suggestione di giocare nello stadio intitolato al primo italiano vincitore al Tour, ma per un pezzo lo chef non ha servito altro che generose porzioni di palla lunga e pedalare.
Pedalare a vuoto, precisiamo, perchè fino alla sua gentile partecipazione al gol del pareggio Tomeiavrebbe potuto dedicarsi al sudoku. Brighenti, in astinenza da pallone già dalla partita prima, pur partendo da una posizione periferica che ha evocato tristi ricordi era l’unico a darci la soddisfazione di spettinare anche l’erba dell’altrametàcampo; suunangolo da lui guadagnato Maiorino disegnava una parabola che era un adescamento al gol ma Zullo non ci arrivava. Magnaghi portava alla causa qualche punizione, un Marconi fin troppo ardimentoso andava a cercarsi rogna a centrocampo rimediando un cartellino ma nel finale almeno si premeva, un po’alla cieca ma si premeva.
Il secondo tempo si lasciava scappare qualche indizio accattivante, il fischio dell’arbitro per un blocco un po’ troppo vistoso in area precedeva il gol a quel punto platonico, Pea si strappava metaforici capelli beccandosi una strillata dalla signorina Veronica. Il Pordenone sceglieva ora di chiudersi e colpire d’incontro, e avrebbe avuto ragione non fosse stato per Briganti (passato con disinvoltura da quel centravantone che ha un cognome che sembra una marca di rigatoni, De Cenco,a quellocheloha sostituitoe che gli arrivava all’ombelico) e di Nico Me-Ravaglia. E certo per quell’attaccante di complemento che qualcuno lo dovrebbe avvertire, se continua a entrare dalla panchina e fare gol, raddrizzando le partite e per giusta facendo fare all’allenatore la figura di quello che azzecca i cambi, col cavolo che diventa titolare.
Le gesta del portiere, i rodei vinti dal cardine della difesa e i golletti dell’impact player Forte, insieme all’innegabile ma generico impegno di tutti, hanno evitato che il buco aperto dalla Feralpi diventasse uno squarcio. E così pescando il jolly si è tornati a casa con qualcosa in tasca. Solo il Bassano ha l’aria di voler tirare il collo alla classifica, ma la Cremo sta andando piano, e non pianissimo perviadi Forte.Bisognamigliorare con procedura d’urgenza, e per farlo bisogna che in sala macchine si faccia parecchio di più e parecchio di meglio.
Per adesso questa squadra con la vocazione dichiarata di fare del collettivo la sua forza sta vivendo sulleindividualità. EMaiorino promette di iscriversi a questo club per ora fin troppo esclusivo. Ma con una difesa incardinata su un portiere così e un perno così (sperando che Pea chiuda al più presto il balletto intorno aBriganti), un attaccoche ha Brighenti che basta la parola (e faremo finta di non averlo visto giocare in quella posizione assurda) e in Forte un’alternativa che può diventare partner, trovare la giusta quadratura in mezzo è più diuna priorità. E’ la missione che deciderà la stagione.
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