L'ANALISI
Novecento: uno dei miei libri preferiti
29 Marzo 2017 - 18:35
'Succedeva sempre che a un certo punto uno alzava la testa… e la vedeva. È una cosa difficile da capire. Voglio dire… Ci stavamo in più di mille, su quella nave, tra ricconi in viaggio, e emigranti, e gente strana, e noi… Eppure c'era sempre uno, uno solo, uno che per primo… la vedeva. Magari era lì che stava mangiando, o passeggiando, semplicemente, sul ponte… magari era lì che si stava aggiustando i pantaloni… alzava la testa un attimo, buttava un occhio verso il mare… e la vedeva. Allora si inchiodava, lì dov'era, gli partiva il cuore a mille, e, sempre, tutte le maledette volte, giuro, sempre, si girava verso di noi, verso la nave, verso tutti, e gridava (piano e lentamente): l'America.'
È con questo quasi surreale incipit che si apre Novecento, monologo teatrale scritto da Alessandro Baricco nel 1994 per essere rappresentato da Eugenio Allegri e Gabriele Vacis al festival di Asti nello stesso anno. Il libro, definito dall'autore stesso come una via di mezzo tra «una vera messa in scena e un racconto da leggere ad alta voce», è considerato uno dei testi più famosi dello scrittore torinese da cui sono state tratte diverse rielaborazioni tra le quali il famoso film “La Leggenda del Pianista sull'Oceano” di Giuseppe Tornatore e la canzone “Sempre in viaggio sul mare” di Edoardo Bennato.
Il monologo narra la singolare storia di Danny Boodman T.D. Lemon Novecento, raccontata dalla voce del suo migliore amico, unico personaggio presente materialmente sulla scena seppur rimanga nell'anonimato. Ancora neonato, Danny Boodman T.D. Lemon Novecento viene abbandonato nel piroscafo Virginian, sul pianoforte della prima classe, e viene trovato per caso da Danny Boodman, un marinaio di colore che gli farà da padre fino all'età di otto anni. Il bambino, chiamato poi semplicemente Novecento, scompare misteriosamente nei giorni successivi alla morte del padre adottivo per poi quasi magicamente riapparire e iniziare a suonare il pianoforte.
Egli incontra il narratore, anche lui musicista, all'età di ventisette anni, quando questi viene assunto come trombettista sul Virginian. Questo è l'inizio di una sincera e duratura amicizia, la quale non finirà nemmeno con l'abbandono della nave da parte del narratore. Novecento viene descritto dal narratore come un uomo con grandi capacità di apprendimento, che vive attraverso i desideri e le passioni altrui, che si realizza con la musica, che vive sospeso tra il mare e il suo pianoforte, con il quale è in grado di rivivere ogni viaggio, ogni sensazione gli venga raccontata dai passeggeri del piroscafo. Dalla musica, ma più specificamente dal pianoforte, non troverà mai la forza di svezzarsi, non riuscirà mai a superare la paura di amare e di crearsi delle radici, sopraffatto dalla paura di non riuscire a vedere neanche lontanamente una fine nel mondo al di fuori del piroscafo; perciò dedica la sua esistenza a suonare allo scopo di sgravare i cuori dei passeggeri dalla paura dell'immensità dell'oceano. Piuttosto che raggiungere un compromesso con la vita, preferisce incantare i propri sogni, le proprie speranze, e lasciarsi esplodere, una volta che va dismesso, col transatlantico che per tutta la vita ha conosciuto i suoi timori e custodito i suoi desideri.
Il libro, di nemmeno cento pagine, racchiude in sé qualcosa di assolutamente unico, tipico dello stile di Baricco, capace di scrivere e al contempo di suscitare forti emozioni nel lettore, in balìa del racconto di una vita eccezionale descritta in modo impeccabile, che ci farà ridere e, soprattutto, commuovere, come solo i migliori romanzi sanno fare. Lo stesso protagonista, Novecento, viene presentato come personaggio curioso, inafferrabile, con tratti quasi fiabeschi, ma che rappresenta e racconta meglio di chiunque altro la vita, le emozioni e le paure tramite un'atmosfera di irrealtà paradossalmente vicina all'esperienza di ciascuno di noi.
Essendo annoverato fra i miei libri preferiti, consiglio caldamente di leggere questo piccolo “scorcio di vita”, elaborato in uno stile semplice ma, al contempo, capace di racchiudere in sé una complessa e affascinante gamma di emozioni nonché una elaborata ricerca psicologica in grado di coinvolgere ampiamente il lettore in un meraviglioso “gioco di specchi”, espresso, come sempre, alla perfezione dalle abili parole di Alessandro Baricco.
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