L'ANALISI
21 Dicembre 2016 - 18:51
La scena cinematografica è stata recentemente scossa dal capolavoro thriller di Ron Howard 'Inferno', che in soli quattro giorni ha incassato ben 4.506.813 euro. Un ruolo chiave all’interno del film spetta alla celeberrima 'Illustrazione dell’Inferno dantesco' di Sandro Botticelli, come spiegato nel recente film 'L’Inferno di Botticelli'. Il film, fatto uscire contemporaneamente a quello ispirato al libro di Dan Brown, è un documentario che spiega tutta la misteriosa storia delle illustrazioni della Divina Commedia di Sandro Botticelli. Nel 1480 Lorenzo di Pierfrancesco de’ Medici, cugino del Magnifico, commissionò l'illustrazione dei passi della Divina Commedia a Sandro Botticelli; l’opera aveva una funzione autocelebrativa: doveva infatti esaltare la ricchezza della famiglia Medici e celebrare la paternità fiorentina di Dante. Botticelli compose 100 disegni raffiguranti le scene dell’Inferno, del Purgatorio e del Paradiso evidenziando particolarmente gli incontri con i personaggi più “importanti” dei vari gironi infernali come Ciacco del girone dei golosi, Paolo e Francesca del girone degli lussuriosi e molti altri. Botticelli consegnò però a Lorenzo delle illustrazione incomplete in quanto non erano state ancora del tutto colorate. Noi non siamo a conoscenza della sorte di queste illustrazioni dopo la loro consegna a Lorenzo, ma sappiamo per certo che ricomparvero improvvisamente nel XIX secolo, quando il duca scozzese di Hamilton decise di vendere la sua collezione di opere d’arte. Queste che furono acquistate tutte dal direttore del Gabinetto delle Stampe Tedesche Lippmann; è proprio per questo che la maggior parte delle illustrazioni si trovano a Berlino, anche se possiamo trovarne sette nella Biblioteca Vaticana.
In queste illustrazioni troviamo un Botticelli che differisce totalmente dalla sua concezione più “popolare”: non troviamo infatti l’esaltazione della bellezza come nella ' Nascita di Venere' o nella 'Primavera', ma troviamo figure mostruose e peccatori in agonia. E’ incredibile vedere come la Divina Commedia scritta 700 anni fa ispiri ancora così tanta gente; è certamente fra i più grandi orgogli italiani.
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