L'ANALISI
05 Gennaio 2025 - 05:25
CREMONA - «L’ordine del giorno presentato dai deputati cremonesi e mantovani sul finanziamento del tratto Ti-Bre tra Calvatone e Marcaria a completamento dell’autostrada Cremona-Mantova, è stato fatto proprio dal governo e assunto dallo stesso come impegno strategico. Ciò è di grande importanza, seppur non essenziale, per la realizzazione dell’opera di collegamento sulla dorsale padana, in affiancamento al raddoppio ferroviario in essere».
Lo sottolinea Luciano Pizzetti, ex sottosegretario ed ex parlamentare, ora presidente del Consiglio comunale. «L’impegno assunto dal Governo consente d’inserire il non cospicuo finanziamento in un prossimo provvedimento, alla luce della conclusione delle operazioni per la cessione della attuale società di gestione, ACP (Autostrade Centro Padane, ndr), al nuovo acquirente che si è proposto. L’assunzione dell’ordine del giorno da parte del governo è una buona notizia in sé e per chi si batte da tempo per superare la minorità infrastrutturale dei nostri territori».
Il Governo ha infatti fatto proprio l’ordine del giorno approvato alla Camera il 20 dicembre scorso con al centro le autostrade Cremona-Mantova e Tirreno-Brennero; ma per i comitati ambientalisti i recenti sviluppi confermano un sostanziale stallo. Il documento è stato presentato da Andrea Dara (Lega), con cofirmatari Silvana Comaroli (Lega), Antonella Forattini (PD) e gli esponenti di Fratelli d’Italia Carlo Maccari, Alessia Ambrosi, Marco Padovani e Maddalena Morgante (in pratica tutti i deputati del territorio), nell’ambito della Legge Finanziaria 2025.
Il documento impegna il governo a «valutare l’opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica e qualora ne ricorrano le condizioni di fattibilità e di sostenibilità tecnico-economica, di reperire le risorse necessarie per la realizzazione di tratte funzionali del raccordo autostradale Tirreno-Brennero (Ti-Bre), anche quale parte funzionale all’autostrada Cremona-Mantova». Ad avviso dei firmatari, cremonesi e mantovani, l’accoglimento dell’ordine del giorno rappresenta la conferma dell’impegno strategico per le due autostrade.
Di tutt’altro avviso i comitati ambientalisti, secondo cui, invece, questo passaggio aggiunge ulteriori condizioni che rendono ancora più improbabile la realizzazione delle opere. «A fronte dei fuochi d’artificio annunciati dalla maggioranza con ben tre emendamenti sulla Ti-Bre e sulla Cremona-Mantova, la prova dei fatti si è tradotta in un semplice botto di fine anno, ulteriormente smorzato dall’integrazione richiesta dal governo stesso», commentano. L’integrazione include infatti la clausola di fattibilità tecnico-economica, accanto al rispetto dei vincoli di finanza pubblica, «già di per sé un ostacolo significativo» nella visione dei comitati.
Questi ultimi sottolineano che le intenzioni dei proponenti sembrano ormai orientate a ridimensionare il progetto Ti-Bre, fermandolo alla confluenza con l’autostrada Cremona-Mantova, rinunciando così a raggiungere Nogarole Rocca (Verona), obiettivo ritenuto irrealizzabile sia dal punto di vista economico che finanziario. «È da 50 anni che Autocisa e i vari governi evitano di finanziare questo tratto, proprio per la sua insostenibilità», ricordano. Gli ambientalisti evidenziano anche l’emendamento scomparso dai radar che prevedeva uno stanziamento di soli 2 milioni di euro per il 2025, destinati alla redazione del documento di fattibilità delle alternative progettuali (Docfap) per il secondo lotto della Ti-Bre.
Questo documento, spiegano, potrebbe includere anche l’ipotesi di non realizzazione dell’opera. «Speriamo che questo sia il razionale epilogo di una vicenda che si trascina da decenni, bloccando opere viabilistiche davvero necessarie come le tangenziali di Casalmaggiore e San Giovanni in Croce o la riqualificazione della SS1».
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