L'ANALISI
12 Marzo 2020 - 07:00
LONDRA, 11. — Nel numero odierno del londinese «Daily Sketch» il giornalista Sinclair sostiene che il maresciallo Stalin non è morto il 5 marzo ma il 28 febbraio e che l'annuncio è stato dato con cinque giorni di ritardo a causa della lotta che si svolgeva al Cremlino per il potere, «lo — egli dichiara — sono in grado di rilevare questi fatti dopo aver, per parecchi giorni, effettuato una stringente inchiesta».
Ecco come Sinclair racconta i fatti: «Il 28 febbraio — egli scrive — Stalin ebbe un attacco mentre lavorava nel suo ufficio e fu allora che venne trasportato nel suo appartamento sito al terzo piano del Cremlino e dove egli è morto».
«Praga — prosegue Sinclair — è stata la prima capitale straniera che abbia appreso il decesso di Stalin. Un corrispondente ceko telegrafò da Mosca la notizia al suo giornale domenica mattina 1° marzo dandole l'apparenza, grazie ad un cifrario convenuto, di un inoffensivo messaggio privato. La censura sovietica lasciò passare il telegramma. Ventiquattr'ore dopo Praga era a rumore. È stato forse questo telegramma — si chiede quindi Sinclair — ad obbligare i nuovi padroni del Cremlino a pubblicare i primi bollettini?».
Il giornalista prosegue elencando numerose misure che furono prese domenica dagli uomini di Stato sovietici e che possono spiegarsi soltanto con la morte di Stalin. Quindi aggiunge: «Notizie pervenute da Varsavia, Budapest e Praga confermano che in questi Paesi la polizia di sicurezza fu posta, in istato di allarme domenica, cioè prima dell'inizio ufficiale della malattia di Stalin».
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