L'ANALISI
18 Ottobre 2019 - 07:00
È quella delle «Colonne», l'esercizio gestito da «Sperino», dove il baritono Basiola festeggiava i suoi trionfi
ANNICCO. 17. - Una volta erano numerose e costituivano un'inconfondibile nota di colore: si tratta delle «locandine» che annunciavamo i luoghi pubblici di Annicco,dove era possibile mangiare all'insegna della genuinità e bere del buon vino. Ora n'è rimasta soltanto una, intaccata dalle intemperie di oltre un secolo, ma ancora saldamente sulla breccia: quella della locanda «Colonne», che si trova al centro del paese.
L'esercizio e gestito da «Sperino», che onora le sue funzioni di anfitrione da epoca immemorabile: è una vecchia quercia, che ha condotto la sua battaglia con una saggia visione delle cose e che si ritiene giustamente il depositario di alcune delle più belle tradizioni del paese. Il locale rispetta il carattere del proprietario: è accogliente ed ospitale. Il «titolo» della «locandina» trae giustificazione dalle tre colonne che sostengono le volte a vela del portichetto interno: è un'oasi riposante, da dove si può ammirare il tappeto di verde che avvolge il cortile, quasi per abbracciarlo.
La «locandina» esterna vanta più di cent'anni di vita; è un lavoretto artigianale grazioso e caratteristico e venne realizzato da un battitore di ferro che godeva ottima fama in tutto il territorio cremonese: mastro Archelao di Castelverde. Questo personaggio è addirittura entrato nella storia provinciale perchè, subito dopo la seconda guerra d'Indipendenza, ferrò il cavallo di Giuseppe Garibaldi, quando l'Eroe dei due mondi venne a Cremona ad «arringare il popolo per il riscatto di Roma».

La locandina delle Colonne di Annicco è un piccolo merletto, industrioso ed armonico, ottenuto lavorando il tondino a martello nudo; la mascalcia di mastro Archelao doveva assomigliare ad un antro mitologico, con il calore derivato dalle fucine, il cui metallo assumeva una malleabilità rovente, e con la musicalità dei colpi, battuti ritmicamente sulle incudini. I soggetti utilizzavano un cartone preventivo, che veniva redatto dallo stesso capo bottega.
Il locale di «Sperino» era la sede più idonea per le tavolate fragorose e scoppiettanti degli anni Trenta. Tra l’altro vi era sovente ospite anche il baritono Mario Basiola, che era solito festeggiarvi i trionfi artistici. Nonostante la sua notorietà, il famoso cantante lirico annicchese era un uomo alla buona, simpatico ed alla mano. Alle «Colonne», si trovava come a casa sua. Quando era all’estero, gli amici festeggiavano i suoi successi, la cui eco giungeva in paese attraverso la stampa; quando era ad Annicco, gli incontri da «Sperino» assumevano i toni di una celebrazione bucolica.
Ancor oggi, alle «Colonne» si parla della famosa sera del 29 giugno 1932, quando centinaia di annicchesi si recarono a Cremona in bicicletta per assistere alla rappresenta: del «Rigoletto», in programma nel magnifico anfiteatro cittadino della piazza del Duomo, di cui Basiola era uno dei protagonisti. Purtroppo vi fu un acquazzone e l'esecuzione dell'opera venne interrotta.
Gli appassionati annicchesi tornarono a casa bagnati come pulcini, ma l'estemporanea doccia non intaccò gli entusiasmi popolari; la sera successiva, tutti i «ciclisti della lirica» tornarono in città, il «Rigoletto» potè avere un’esecuzione regolarissima e per Mario Basiola il trionfo fu esaltante.
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