Il concerto si è aperto con un commosso ricordo di Valerio Negrini. Pubblico di ogni età nel teatro gremito
di Giuseppe Bruschi
CREMONA — C’erano quelli che con le loro canzoni si sono innamorati, trent’anni fa, e sono ancora insieme. C’erano uomini soli e ragazze di vent’anni. C’erano quelli che hanno bisogno di un solo minuto per capirsi e quelli che sono alla caccia dell’aquila e del falco. C’erano soprattutto i Pooh, sabato 9 febbraio al Ponchielli, mai così pieno, loggione (quello che Red Canzian ha definito la ‘curva sud’) compreso. C’è ancora tanta voglia delle loro canzoni, delle loro voci, delle loro riflessioni. Perché la musica, ha detto Roby Facchinetti tra un brano e l’altro, «unisce, rende migliori, parla al cuore». E senza musica, ha aggiunto tra gli applausi, non ci «sarebbero nemmeno i Pooh ». Mancava, ma solo fisicamente perché lo spirito si aggirava tra i palchi, Valerio Negrini, il ‘quinto Pooh’. Per lui parole commosse e il teatro in piedi. «Ci ha sempre spinto a continuare, ad andare sul palco per spaccare il mondo, e noi siamo qui», ha spiegato un commosso Dodi Battaglia. E via al concerto, con la poderosissima Symphony Orchestra che ha trasformato il Ponchielli in un Madison incredibile. Partono con Sara nel sole, che fa parte del nuovo lavoro Opera Prima e qui la platea si scalda, poi arriva quel Canterò per te e viene letteralmemte giù il teatro. Poi una valanga di emozioni: da Maria Marea a Ci penserò domani, da In diretta nel vento al Ragazzo del cielo. I Pooh si raccontano, si dicono felici di essere a Cremona, si scambiano cortesie con il pubblico, non danno segni di stanchezza. Anzi. Breve pausa ed ecco Dove comincia il sole, la canzone della ripartenza di tre anni emezzo fa. Il pubblico è in delirio, e la potentissima Isabel fa vibrare gli animi, grazie ai violoncelli dell’orchestra. E qui ancora Roby ricorda che a Cremona di violoncelli ne sono stati fatti tantissimi. Il tono si alza, sui fans rotolano, in rapida successione, L’aquila e il falco, Uomini soli e Parsifal. Sono ormai le 23, loro ringraziano, ma ecco quelle canzoni che tutti aspettavano: Rotolando respirando, Eleonora mia madre, Infiniti noi. Tutto il pubblico canta con loro L’altra donna e La donna del mio amico. Sono ormai padroni assoluti del Ponchielli, ci sono striscioni che li vorrebbero al governo, «per uscire da questo inferno».Maloro vogliono dare emozioni fino alla fine: il teatro scoppia con Tanta voglia di lei, nemmeno il tempo di respirare ed eccoDammi solo un minuto. Ce ne vogliono molti di più di minuti per ‘esaurire’ gli applausi: i tre sono visibilmente soddisfatti, e non hanno nemmeno il fiatone. Riescono pure a fare le solite piroette. Si avvicina la mezzanotte, ma non deve restare chiuso qui il Pensiero che va ai momenti belli della vita, ad avventure positive, a gioie e anche dolori. Ci sono quelli che le sanno tutte, le loro canzoni, quelli che le cantano in piedi, quelli che si abbracciano, quelli che si scambiano effusioni, quelli che hanno gli occhi lucidi. La Symphony Orchestra ci tira dentro, il pubblico apprezza e ringrazia, chiede altri bis oltre quelli, abbondanti, che il gruppo concede. Il mondo è cambiato, la ‘piccola Katy’, brano che trionfalmente chiude il concerto, è intanto diventata donna (o forse nonna), ma chi fermerà mai la musica dei Pooh?.
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