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E’ stato giusto negare l’Arcimboldo all’Expo

Gigi Romani

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lromani@laprovinciadicremona.it

26 Agosto 2014 - 11:05

E’ stato giusto negare l’Arcimboldo all’Expo

L'Ortolano dell'Arcimboldi esposto a Cremona

Caro direttore,

ho letto e molto apprezzato il servizio dedicato al (giusto) rifiuto, opposto dal Comune di Cremona, alla pretesa degli organizzatori degli eventi collaterali alla grande esposizione del 2015 di avocare a sé i gioielli artistici all’evidente scopo di ampliarne l’appeal presso la platea dei visitatori. Pur comprendendo tale buona causa (condivisa, se ho capito bene, anche dalla civica amministrazione cremonese), non v’è chi non veda nell’avocazione un equivoco gesto di eterogenesi dei fini rispetto all’impostazione del rapporto tra esposizione e retroterra territoriale. Posso anche comprendere le ragioni che hanno orientato il critico Sgarbi a sostenere la validità della messa in mostra a Milano dei bronzi di Riace, la cui sede stabile dista un migliaio di chilometri dalla sede espositiva . L’epicentro della esposizione è costituito dall’eccellenza alimentare ed il suo parterre è tutto il territorio regionale, che nella sua articolazione vanta pari dignità e credenziali per contribuire adeguatamente al successo della rassegna. E per mettere in mostra anche sé, la Lombardia, una regione grande ma non sterminata, caratterizzata da un territorio diffuso, non può immiserire il progetto di esposizione in una visione centralistica. Expo ha bisogno di tutte le risorse umane, di tutte le intelligenze, di tutte le ricchezze monumentali ed artistiche di tutta la regione; a condizione che tutto ciò resti nella sua specificità. Invece, concentrare tutto su Milano, da un lato, suonerebbe come un spot per i visitatori a non uscire dall’area metropolitana e, dall’altro, immiserirebbe la percezione dell’eccezionale dotazione del patrimonio da mettere in vetrina e da indicare, affinché i visitatori tornino, a futura memoria. Bene hanno fatto, a prescindere da qualsiasi sottinteso di parte, il sindaco e la giunta a far presente che i dipinti dell’Arcimboldo sono a disposizione di Expo, ma nella loro sede naturale, a Cremona. Il rifiuto nei confronti della immotivata pretesa di trasloco, sia pure provvisorio, occasionale, però, una riflessione, con annessa messa a punto (intanto che si é ancora in tempo), sui reali intendimenti dell’establishment regionale di fare dell’Expo un evento non ripetibile di coinvolgimento di tutta la Lombardia. Il Comune su questo aspetto è stato lodevolmente chiarissimo. Sarebbe bene che segnali altrettanto perentori uscissero dall’iniziativa dei consiglieri regionali espressi dal territorio provinciale.

Giorgio Mantovani

(Cremona)

I motivi del «no» di Cremona sono ben raccontati nei servizi a pagina 12. Mi sembra, però, che le ragioni di Sgarbi abbiano un senso (al di là del giudizio sferzante sull’opera, dettato probabilmente più dall’ira per il diniego ricevuto che da reali valutazioni artistiche). Non credo che gli stranieri attratti in Italia dall’Expo siano anche disposti ad arrivare fino a Cremona per vedere una singola opera. Al contrario, mi pare che il ‘nostro’ Arcimboldo a Milano — se accompagnato da una sagace politica promozionale — avrebbe potuto essere un ottimo biglietto da visita della città di Cremona, che di bellezze da esibire ne ha tante altre.

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