L'ANALISI
01 Dicembre 2023 - 17:52
CREMONA - Un Paese che invecchia sempre più, un Paese di 'sonnambuli' che restano inermi davanti ai presagi e in cui si fanno strada paure a 360 gradi: dal tracollo economico a una guerra mondiale. È una fotografia preoccupante e inquietante per l'Italia quella scattata dal 57esimo rapporto del Censis; una fotografia in cui, dice l'istituto, "alcuni processi economici e sociali largamente prevedibili nei loro effetti, sembrano rimossi dall'agenda collettiva del paese, o comunque sottovalutati, benché il loro impatto sarà dirompente per la tenuta del sistema".
Il primo, macroscopico, effetto è l'invecchiamento. Nel 2050, tra meno di trent'anni, si stima che l'Italia avrà perso complessivamente 4,5 milioni di residenti, come se le due più grandi città, Roma e Milano, scomparissero nel nulla. La flessione demografica sarà il risultato di una diminuzione di 9,1 milioni di persone con meno di 65 anni e di un contestuale aumento di 4,6 milioni di over 65. Inevitabilmente diminuirà anche la fascia di popolazione in età lavorativa che si ridurrà di quasi 8 milioni di persone.
Nel vicinissimo 2040 solo una coppia su quattro avrà figli. Per quella data i nuclei unipersonali aumenteranno fino a 9,7 milioni (il 37% del totale). Di queste, quelle costituite da anziani diventeranno quasi il 60% (5,6 milioni) e saranno sempre più soli. Un contesto in cui cresce la rassegnazione: otto italiani su dieci sono convinti che il Paese sia "irrimediabilmente in declino". E trovano terreno fertile le paure. Così l'84% si dice impaurito dal clima 'impazzito' mentre il 73% vede all'orizzonte una crisi economica e sociale molto grave, con povertà diffusa e violenza. Quasi sei su dieci temono, invece, che scoppi un conflitto mondiale e oltre la metà ritiene che non siamo in grado di proteggerci da eventuali attacchi terroristici di stampo jihadista.
Sul fronte dei diritti, sembra aprirsi una nuova stagione. Il 74% si dice favorevole all'eutanasia mentre sette italiani su dieci approvano l'adozione di figli da parte dei single e il 54% da parte di coppie omogenitoriali. Il 65% si schiera a favore del matrimonio tra persone dello stesso sesso e il 72% dice sì all'introduzione dello ius soli. Una percentuale che sale al 76% per lo ius culturae.
Resta poi una fetta che sempre più decide di varcare i confini nazionali con l'obiettivo di una vita migliore all'estero. Una cifra in aumento del 36% nell'ultimo decennio, quasi 1,6 milioni in più. A caratterizzare i flussi più recenti sono soprattutto i giovani. Nell'ultimo anno, infatti, di 82mila espatriati il 44% (oltre 36mila) hanno tra i 18 e i 34 anni.
Anche il peso dei laureati sulle partenze è aumentato significativamente, passando dal 33% del 2018 al 45% del 2021.
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