L'ANALISI
02 Febbraio 2021 - 07:21
TOKYO (2 febbraio 2021) - All’indomani del colpo di stato in Birmania la Suzuki ha annunciato lo stop alla produzione nei due stabilimenti che possiede nel Paese del Sud-est asiatico, per poter garantire l’incolumità ai suoi dipendenti. Da lunedì pomeriggio la casa auto giapponese ha comunicato di aver interrotto le catene di montaggio negli impianti di Yangon - che danno lavoro a circa 400 dipendenti. Nel corso del 2019 Suzuki ha prodotto 13.300 vetture in Myanmar, vendendone 13.200, riuscendo a controllare una quota di mercato all’interno del Paese vicina al 60%. Nei piani dell’azienda giapponese c'è la costruzione di una nuova fabbrica per la manifattura di 40.000 autoveicoli all’anno, incrementando ulteriormente la sua presenza in Birmania. Piano che adesso registra una battuta d’arresto. (ANSA)
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