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Via negata a Oriana Fallaci? I problemi importanti sono altri

Betty Faustinelli

Email:

bfaustinelli@laprovinciadicremona.it

26 Aprile 2016 - 12:27

Giardini 'Oriana Fallaci', ma solo per tre ore

La targa e nel riquadro Oriana Fallaci

Se la riduzione del recapito della corrispondenza avesse suscitato una reazione analoga a quella provocata dalla via negata a Oriana Fallaci, Poste Italiane avrebbero immediatamente bloccato il progetto di riduzione del servizio. Invece nell’indifferenza quasi generale di partiti e istituzioni, anche a Cremona, come già avviene nel Cremasco e nel Basso Piacentino, la posta sarà consegnata a giorni alterni: il lunedì, il mercoledì e il venerdì una settimana, il martedì e il giovedì quella successiva.
L’azienda non arretra davanti alla protesta dei sindaci della costituenda area omogenea cremasca, unita a quella dei consiglieri regionali e dei sindacati. La chiamano razionalizzazione finalizzata all’efficientamento ma si tratta di una drastica riduzione che ha già provocato conseguenze serie: negli uffici si accumulano quintali di giacenze, le bollette arrivano a destinazione quando ormai sono scadute e così pure i solleciti di pagamento.
Si ridimensiona un servizio essenziale come la distribuzione della corrispondenza con la stessa disinvoltura con la quale sono state disattivate linee ferroviarie considerate rami secchi perché generavano perdite d’esercizio. Se si opera sulla base della compatibilità economica, bisogna sospendere il recapito della corrispondenza nelle zone montane, nelle case sparse e in tutti i luoghi impervi o difficili da raggiungere.
Nelle aziende pubbliche come Trenitalia e Poste Italiane il profitto si impone su un valore, quello dell’utilità sociale, che garantisce il corretto funzionamento dello Stato. Sull’altare di una presunta efficienza si sacrificano prestazioni e posti di lavoro. Nulla sembra in grado di bloccare progetti che impoveriscono il Paese, nemmeno la temutissima Commissione europea che in una lettera inviata (non per posta) al Garante definisce il diritto alla comunicazione tra i cittadini un obbligo al quale l’azienda può venir meno solo in circostanze o situazioni geografiche eccezionali.
I l Governo dovrà rispondere e fornire spiegazioni su un piano bocciato dall’Europa che tante proteste e lamentele ha già sollevato nel Paese. Lascia perplessi, di quel piano, anche la creazione di una zona ‘plus’ per il prodotto a consegna rapida e a valore aggiunto. Si trasferisce alle poste lo schema già applicato in ferrovia dove si è investito nell’alta velocità, che genera utili, a scapito delle tratte locali, non meno importanti ma improduttive. Il Pd provinciale, così sollecito nell’intervenire con argomentazioni speciose, nella sterile polemica sulla via che la Commissione toponomastica di Cremona ha negato alla Fallaci, se ne sta zitto. Non una nota di protesta è partita dalla segreteria provinciale per denunciare la distribuzione della corrispondenza a giorni alterni e il passaggio dalla posta lumaca a quella singhiozzo. Ma si sa, le questioni ideologiche appassionano i partiti molto più dei problemi reali che toccano la gente. La disputa sull’intitolazione di una strada o di una piazza alla giornalista scomparsa nel 2006 fa il paio con quella su Aldo Protti, conclusa con l’apposizione di una targa a lui dedicata dopo ‘l’assoluzione’ dall’accusa di essere stato nel gruppo di rastrellatori di partigiani sul colle del Lys durante la Resistenza. Non si sorprendano i responsabili delle forze politiche, Pd in testa, se cresce la sfiducia nelle istituzioni, dilaga l’anti politica, cala ad ogni elezione il numero dei votanti e se qualcuno, Grillo o altri, intercetta il malumore e lo incanala in movimenti di protesta. Chi è causa del suo mal...

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