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Teodolinda: la Regina barbara di Cremona

Secondo alcune leggende fu proprio lei a far costruire la chiesa di San Michele. Il nucleo da dove ripartì il borgo distrutto da suo marito Agilulfo

Fulvio Stumpo

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lromani@laprovinciadicremona.it

26 Novembre 2013 - 19:16

Teodolinda: la Regina barbara di Cremona
Una leggenda vorrebbe che la regina Teodolinda avesse ordinato la costruzione della chiesa di San Michele e da qui la città rinascesse dopo la distruzione di Agilulfo del 603. Un evento traumatico: i longobardi assediavano la città, presieduta da un fortissimo presidio bizantino asserragliato dalla parti di palazzo Cittavova-San Luca, da più di 30 anni. Ma Cremona era per loro una fortezza inespugnabile, non sapevano navigare o costruire barche e le mura cittadine erano per tre quarti circondate dal Po, che all’epoca era molto più largo. Per espugnare la città Agilulfo deve chiamare in suo soccorso gli Avari, o Schiavoni, che le barche sapevano costruirle ed erano anche bravi marinai. Tant’è che la città cade e viene distrutta dalle orde longobarde, che nonostante la ormai lunga permanenza in Italia non si erano ancora... civilizzati. Dopo la distruzione appunto è la regina Teodolinda, sposa di Aglulfo, a iniziare la ricostruzione di Cremona, partendo proprio da san Michele, santo protettore dei longobardi. Ma i professore Gualazzini afferma: «Nessun documento certo lo attesta —scrive —. Tuttavia la notizia è verosimile, in quanto non solo San Michele era il protettore del popolo longobardo, ma la località scelta per la costruzione della chiesa è tale da far pensare che i Langobardi avessero interesse a presidiare quella zona, posta a nord-est del perimetro murario romano, là dove via Postumia arrivava da oriente al Po. Da secoli in quel luogo sorgeva un fortilizio. Successivamente venne costruito un forte (demolito nel XIX secolo ndr). Inoltre è logico che fosse iniziata la ricostruzione nel VII secolo, perché la posizione geografica i Cremona è tale da costringere, in un certo senso, che occupava il territorio a renderne efficiente il centro urbano». La notizia della costruzione di San Michele per volere della regina Teodolinda è data nel 1627, nel suo ‘Il santuario di Cremona’ da Pellegrino Merula. L’erudito cremonese però non riporta la fonte. Teodolinda fu una potente alleata della chiesa di Roma. Infatti era cattolica, mentre ai suoi tempi i Longobardi erano soprattutto ariani o addirittura pagani. Ma Teodolinda non era di origine longobarda, era la figlia di Garibaldo duca di Baviera, regione della Germania già convertita al cattolicesimo. La giovanissima Teodolinda sposò il re longobardo Autari, e dopo la sua morte sposò Agilulfo (il distruttore di Cremona), duca di Torino, che divenne re dei Longobardi. Teodolinda fu sempre nelle grazie di papa Gregorio (diventato poi santo), e ricevette diversi doni dal pontefice. Un’amicizia per certi versi interessata: la Chiesa di Roma aveva l’obiettivo di convertire i Longobardi proprio mediante la regina e inoltre sperava in un miglioramento dei rapporti tra i vescovi e i duchi. Teodolinda fece costruire una magnifica chiesa a Monza che fu subito utilizzata, con un simbolismo chiaro, nel 603 per il battesimo di Adaloaldo, figlio di Teodolinda e di Agilulfo; il battesimo fu celebrato dall’abate Secondo di Non, che era consigliere spirituale della regina. Teodolinda morì nel 627, la sua tomba è a Monza, dietro l’altare dove è conservata la Corona Ferrea. E’ sepolta assieme a suo figlio Adaloaldo. Teodolinda, Agilulfo, Gisulfo, Radoara e tanti altri duchi, regine e badesse emergono dalle cronache longobarde. Così come appunto Gisulfo e Radoara, signoni di Alfiano vecchio, amici intimi del re, e grandi benefattori di monasteri e chiese. Maa questo punto i longobardi non sono più quel popolo feroce e barbaro che aveva percorso nel 568 la via Postumia in cerca di fortuna: sono diventati sedentari, civili, cattolici e avrebbero anche potuto realizzare l’unità d’Italia con più di 1000 anni di anticipo se non ci si fossero messi di traverso (è proprio in caso di dirlo) i papi con i loro ‘Possedimenti di San Pietro.
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