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Desdemona e Iago: rovine silvestri in laguna

Ridisegnare le coste: il cremonese Bruneri nel team di architetti autori del progetto selezionato dalla Biennale. Due isole della laguna veneziana diventano laboratorio di ricerca e sperimentazione sul rapporto tra natura e artificio, tra memoria e trasformazione

Mariagrazia Teschi

Email:

mteschi@laprovinciacr.it

16 Maggio 2025 - 08:40

Desdemona e Iago: rovine silvestri in  laguna

Davide Bruneri, alle spalle e a destra le tavole che illustrano il progetto

CREMONA -Guardare la terra dal mare, ribaltando il punto di osservazione, ponendosi domande su quel limite sottile concreto, fatto di sabbia, di rocce, di solida materia, che è la costa. Un limite che è doveroso provare a ripensare.

‘Terrae Aquae. L’Italia e l’intelligenza del mare’ è il tema proposto dal Padiglione Italia alla 19ª Mostra Internazionale di Architettura della Biennale in corso a Venezia fino al 23 novembre curata da Guendalina Salimei e raccolto — fra gli altri — dal team di architetti di cui fa parte il cremonese Davide Bruneri autore del progetto ‘Un gaio disastro, Desdemona, Iago e l’incessante mutamento’ firmato con Aldo Aymonino, Giuseppe Caldarola, Fabrizio d’Amico e Matteo Vianello.

architetti

Bruneri con gli architetti Aymonino e Caldarola all’Arsenale

Prima di approdare all’Arsenale il progetto è stato oggetto di un convegno, un libro e una mostra itinerante per l’Italia». «Si tratta di un’articolata riflessione architettonica, scientifica, culturale sull’idea del temporaneo e della rovina in un ambiente che è in continua trasformazione — nello specifico la laguna di Venezia, spiega Bruneri — e di come le opere realizzate dall’uomo nel corso del tempo, trasformandosi, vengano, per così dire, inghiottite per ritornare ad essere natura e quindi di nuovo rovina». L’Italia, per la sua stessa configurazione di penisola proiettata nei mari, è Paese di coste, sviluppate in oltre ottomila chilometri: una realtà in continuo cambiamento che chiede di essere riconsiderata nel suo passato, nel suo essere e nel suo futuro e studiata in un presente segnato anch’esso da veloci trasformazioni, da crisi ambientali e sociali.

Desdemona e Iago, per tornare alla denominazione dell’indagine progettuale, identificano due piccole motte di Ca’ Zane, due isolotti nella laguna settentrionale, a circa quattro chilometri e mezzo a nord-est dell’isola di Torcello. In perenne trasformazione nei loro volumi e nei contorni, sono esposte alle repentine variazioni degli agenti atmosferici, in continua trasformazione e pesantemente vulnerabili. Ben si prestano, per questo, a dimostrare il rapporto tra natura e antropizzazione, alla ricerca di una possibile alleanza tra biologico e artefatto, selvatichezza e umanità. L’obiettivo del team di Bruneri è restituire i risultati scientifici della ricerca, ma anche provare a dare uno strumento operativo.
La laguna di Venezia è un esempio unico al mondo di convivenza millenaria fra uomo e natura. Oggi, questo equilibrio si è rotto: la laguna è minacciata dalle pressioni esercitate dall’uomo che rischiano di cambiarla irrimediabilmente. Le motte, in particolare, tra i suoi gli ambienti più preziosi, vengono consumate da correnti e onde. Sono ambienti unici: bassi isolotti ricoperti da vegetazione erbacea si trovano fra i 20 e i 50 centimetri sul livello medio del mare, circa tre spanne, e sono così periodicamente sommerse dalle alte maree. Nell’ultimo secolo la loro superficie è diminuita e con essi scomparsa anche l’incredibile biodiversità animale e vegetale che ospitano. Se da un lato, quindi, bisogna agire urgentemente per proteggere fisicamente le forme naturali della laguna utilizzando tecniche specificatamente pensate per questi ambienti delicatissimi, dall’altro è necessario identificare nuove forme di governo del territorio.

Una riflessione sulla continua trasformazione e sulla vulnerabilità della laguna è alla base dell’idea progettuale che prevede, in astratto, le due isole abitate da due manufatti diversi: Desdemona è un suolo artificiale soprelevato su 13 travi sagomate di cemento armato riempite di terreno sostenute da pilastri. Incessantemente invaso dalle acque che cancellano il preesistente, accoglie la vegetazione spontanea che crescendo nel tempo sia sul basamento sia sulle travi sopraelevate renderà Desdemona una rovina romantica. Iago invece è una macchina complessa in continuo movimento. 15 piccole benne da escavatrice sono montate su altrettante aste di metallo. Le benne accumulano acque, resti biologici di uccelli, detriti portati dal vento sversate poi nella laguna. Stratificandosi nel tempo, andranno a formare una nuova motta su quella esistente. Anche Iago, come Desdemona, disegnerà nuovi volumi verdi che modificheranno la percezione degli originali. «Iago e Desdemona si guardano, e si trasformano guardandosi, esito delle potenzialità e della spazialità dell’architettura; sono due rovine nella prospettiva suburbana della laguna, simili e pur diversissime nella loro ragione d’essere» in un perpetuo mutamento così come solo la natura è capace di fare.

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