L'ANALISI
18 Marzo 2025 - 08:22
Il duetto tra Olly, vincitore di Sanremo 2025, e Stefan Stancic al violino
CREMONA - Ha lo sguardo vispo, sorride con gli occhi e ha le dita che volano sulla tastiera, Stefan Stancic, 22 anni, mentre duetta con Olly. Maglietta bianca, sneakers e jeans neri imbraccia il suo violino e intanto Olly, bicipiti ben in vista e jeans super comfort, finge col microfono di fare un assolo di chitarra. Stancic ha i genitori di origine serba, ma lui si considera italianissimo: «Sono nato a Manerbio, vivo a Pontevico, ma studio al conservatorio Monteverdi di Cremona – racconta -. Mi piace fare musica e questa mia voglia di imbracciare il violino e suonare mi porta a non precludermi nessuna esperienza, far musica è la mia passione e la perseguo sotto tutte le forme possibili, dalla classica al pop, con la stessa determinazione e la medesima volontà di fare bene».
Come ha conosciuto Olly?
«A un concerto a Brescia, ero fra il pubblico. Poi, com’è e come non è, sono andato in camerino, l’ho incontrato e abbiamo cominciato a parlare. Da cosa è nata cosa».
Fra musicisti ci si intende, vuole dire questo?
Sorride e lo sguardo gli si illumina: «Abbiamo parlato di musica, lui ha espresso il desiderio di scrivere una canzone in cui ci fosse un assolo di violino. Mi ha lanciato l’idea e mi ha detto: perché non componi qualcosa per me? Non mi sembrava vero, io ho preso la palla al balzo e mi sono messo a lavorare».
Cosa è successo poi?
«Ci si è visti a Milano anche con il produttore Juli e abbiamo cominciato a lavorare Alla fine ne è uscito il pezzo A squarciagola all’interno del quale c’è il mio assolo di violino».
Si considera un compositore?
«No, no. Amo però scrivere musica e mi rendo conto che può piacere. Da qui a considerarmi un compositore ce ne passa. Per esempio il pezzo fatto con Olly è nato a casissimo, in sala, provando e riprovando. È stato bello».
Qual è stata l’emozione più grande?
«Ovviamente salire sul palco con Olly al Fabrique di Milano. Non ci potevo credere, in poco tempo sono passato da essere uno spettatore a condividere il palco con uno degli artisti che preferisco. E poi oltre al concerto è stato bello volare a Londra per girare il video su Vevo, prima ancora che uscisse il pezzo. È stato bello girare un videoclip, tutte esperienze che aiutano e formano».
Ma che tipo è Olly?
«È un ragazzo normalissimo, che non si dà arie, è esattamente così come appare. Se non fosse così, non sarebbe accaduto quello che mi è successo. È un artista che sa ascoltare e puntare su chi ha voglia di fare».
Avrebbe mai immaginato che vincesse Sanremo?
«Ovviamente ci speravo, e facevo il tifo per lui, ma credo come tanti miei coetanei che amano la sua musica. Quando ho saputo che andava a Sanremo gli ho mandato i miei in bocca al lupo e poi, tramite il suo produttore con cui ho un legame diretto, gli ho fatto i complimenti».
Nel prossimo tour sarà ancora sul palco con lui? Ha altri progetti con Olly?
«Per ora non si può dir nulla, mi comunicheranno se dovrò partecipare ai prossimi live della prossima tournée».
E intanto?
«Si va avanti. Ho avuto una data con Albe Lama, cantante uscito da Amici. Ho partecipato al suo live proprio venerdì scorso. È una delle altre collaborazioni pop che mi sono capitate e che coltivo. Non faccio differenze fra musica colta e pop, l’importante è che sia musica fatta con passione e che possa essere adatta al mio violino. Alla mia età ogni esperienza può servire».
L’obiettivo?
«Ovviamente concludere gli studi al conservatorio Monteverdi, portandomi via il diploma in violino e poi fare più musica possibile, sotto qualsiasi forma, pop o classica non importa. Ci deve essere l’unico e imprescindibile discrimine: la qualità in quello che si fa. Su questo non transigo, ne va della mia professionalità, del mio profilo di musicista».
Certo che poter vantare una collaborazione col vincitore di Sanremo…
«Si tratta di una soddisfazione, è una carta spendibile in alcuni contesti e non in altri. Non mi monto la testa, cerco di divertirmi, di imparare il più possibile e fare della musica e della possibilità di suonare il mio lavoro».
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